Inventario: definizione

L’inventario permette di vedere a colpo d’occhio gli articoli, i saldi dei conti e i debiti; è anche parte integrante del bilancio insieme alla registrazione delle scritture di assestamento, alla determinazione del saldo dei conti, alla redazione della situazione contabile e alla chiusura dei conti nel conto economico di fine anno e nello stato patrimoniale. Ma come si può definire l’inventario?

Detto in parole semplici, l’inventario contabile consiste nella lista dei componenti attivi e passivi del patrimonio di un’azienda, nonché delle attività e passività dell’imprenditore estranee all’azienda, analizzati sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

L’inventario è perciò importante perché se si commettono errori nel redigerlo, il bilancio risulterà scorretto. Inoltre se l’ufficio delle imposte trova incongruenze, può considerare la contabilità come errata e dubitare quindi dell’esattezza dei rendiconti finanziari, il che può comportare, nel peggiore dei casi, l’accusa di tentativo di frode.

Come si fa un inventario?

Nello specifico, per redigere l’inventario sono necessarie:

  • Ricognizione: consiste nella ricerca dei beni da inventariare e dei titoli che giustificano i diritti e gli obblighi del proprietario. Naturalmente più è ordinata l’amministrazione dell’azienda più sarà semplice questa ricerca.
  • Descrizione: riguarda appunto la descrizione delle qualità merceologiche, fisiche, tecniche dei beni e gli elementi atti a individuarli. Se si tratta di crediti o debiti, ad esempio, si devono fornire nome e cognome del creditore o debitore, scadenza, importo ecc. Per immobili il luogo, il numero di vani, la pigione annua ecc.
  • Classificazione: in questa fase si raggruppano gli elementi omogenei in classi.
  • Valutazione: consiste nel dare un valore monetario ai componenti patrimoniali.

Quali tipi di inventario esistono?

Gli inventari si possono distinguere a seconda del momento in cui vengono compilati, della natura dei dati quantitativi, della loro estensione, della modalità di descrizione, nonché dell’appartenenza dei beni, della provenienza dei dati e infine della forma del prospetto.

Per quanto riguarda invece la periodicità o le scadenze, vi sono:

  • Inventari ordinari (o di funzionamento) che devono essere redatti all’inizio dell’esercizio di impresa e successivamente ogni anno al termine del periodo amministrativo, che di solito coincide con il 31 dicembre. Fanno quindi parte della vita ordinaria dell’impresa.
  • Inventari straordinari, redatti in un periodo appunto straordinario nella vita dell’impresa, che può essere la cessione dell’impresa stessa, con il cosiddetto inventario di cessione
Fatto

A questo riguardo occorre notare che se, come verrà specificato successivamente, gli inventari ordinari sono obbligatori, alcune aziende redigono un inventario con maggiore frequenza, anche trimestrale. Il motivo risiede nel fatto che oltre ad assolvere agli obblighi legali, l’inventario è anche un utile strumento di verifica per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi aziendali, ma anche per scoprire eventuali furti o problemi di giacenza.

Per quanto riguarda la natura dei dati quantitativi, gli inventari possono essere:

  • A quantità monetarie
  • A quantità non monetarie, quando contengono informazioni che, pur quantitative, non sono monetarie (riguardanti per esempio metri cubi, litri, metri e via dicendo)

Riguardo all’estensione, si hanno:

  • Inventari generali (o totali)
  • Inventari parziali, se appunto comprendono solo una parte dei patrimoni aziendali. Ciò può ad esempio avvenire nei summenzionati inventari straordinari, mentre quelli di funzionamento sono generali.

Se si prende in considerazione la modalità di descrizione dei beni, gli inventari possono essere:

  • Analitici, in cui i componenti patrimoniali sono elencati singolarmente
  • Sintetici, in cui i componenti patrimoniali sono considerati in modo più generale all’interno di grandi classi

Infine si hanno inventari di beni propri o di beni altrui (secondo il parametro dell’appartenenza), contabili o di fatto (per il parametro della provenienza) e a sezioni divise o sovrapposte (riguardo alla forma del prospetto).

L’inventario è obbligatorio?

Sia la legge civile che quella fiscale sanciscono l’obbligatorietà degli inventari all’inizio dell’esercizio e successivamente ogni anno (ovvero gli inventari di funzionamento), con queste caratteristiche:

  • Essi devono comprendere la valutazione delle attività e passività relative all’impresa
  • Devono includere i beni personali dell’imprenditore (nel caso di imprese individuali), anche quelli estranei all’azienda
  • Devono concludersi con lo stato patrimoniale e con il conto economico, che fungono da prospetto riassuntivo; nel libro degli inventari bisogna inoltre iscrivere la nota integrativa, poiché è parte del bilancio.
  • Infine devono essere sottoscritti dall’imprenditore entro tre mesi dal termine per la redazione

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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