Gli imprenditori sono sempre più riluttanti a farsi carico dell’assunzione di un lavoratore a tempo indeterminato. La tendenza è quella di affidarsi a una struttura, spesso anche risicata, di dipendenti per il lavoro primario. Per poi assegnare progetti, o singole mansioni a liberi professionisti che gravitano attorno all’impresa. Il problema nasce però quando il rapporto di lavoro tra impresa e freelancer inizia a cambiare e prendere i caratteri di semplice lavoro dipendente. Solo senza le stesse certezze per il lavoratore.
Volendo citare quanto contenuto nell’atto stesso, sono da considerarsi come prestazioni subordinate tutte le “prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, ripetitive ed organizzate dal committente rispetto al luogo ed all’orario di lavoro”.
L’obiettivo dell’introduzione della presunzione di lavoro subordinato, norma antecedente di 3 anni al Jobs Act, era quello di individuare e smascherare tutti quei contratti che dietro a una presunta collaborazione più o meno occasionale e basata su partita IVA, nascondono di fatto dei rapporti di lavoro subordinati.