Verifica fiscale: tutto ciò che dovete sapere

I controlli fiscali operati dall’Agenzia delle Entrate in cooperazione con la Guardia di Finanza valgono svariati miliardi per le casse dello stato. Lo scorso anno sono stati recuperati oltre 19 miliardi di euro nella lotta all’evasione fiscale, proprio grazie a controlli ordinari e alle misure straordinarie. Non è un caso quindi che il controllo dei contribuenti venga preso molto seriamente.

Tali accertamenti non escludono nessuno. Possono esservi soggetti imprese di grandi dimensioni, così come i soggetti della piccola e media industria o i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Nemmeno i nuclei familiari privati sono esclusi da questa forma di controllo. È sufficiente che l’autorità abbia ragione di credere che ci sia un’irregolarità nella dichiarazione fiscale.

Se effettivamente si arriva a un controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, di per sé non c’è motivo di allarmarsi: utilizzate piuttosto il tempo messovi a disposizione tra la comunicazione dell’ispezione e l’ispezione stessa per preparavi nel migliore dei modi. La prima cosa da fare è chiaramente acquisire tutte le informazioni necessarie a comprendere il funzionamento della procedura. Questo vi permetterà di mettervi nelle migliori condizioni per affrontare tale controllo fiscale. Oltre ad allentare la tensione, semplificherete anche il lavoro della persona preposta a controllare, velocizzando l’intera procedura.

Che cos’è una verifica fiscale o un controllo fiscale

Definizione

Verifica fiscale: la verifica è un'indagine di polizia amministrativa finalizzata a prevenire, ricercare e reprimere le violazioni alle norme tributarie e finanziarie, qualificare e quantificare la capacità contributiva del contribuente sottoposto a controllo. Può essere eseguita nei confronti di qualunque persona fisica, giuridica, società di persone o ente che abbia posto in essere attività in relazione alle quali le norme tributarie o finanziarie pongono obblighi o divieti la cui inosservanza è sanzionata in via amministrativa e/o penale.

Per capire che cos’è esattamente una verifica fiscale dobbiamo innanzitutto chiarire chi è l’Agenzia delle Entrate e che ruolo svolge. L’attività di controllo da lei esercitata è svolta con il fine di favorire l’adempimento spontaneo e corretto del contribuente in base a quelli che sono i suoi obblighi fiscali, contrastando al contempo tutti i fenomeni di evasione ed elusione delle imposte statali.

Per controllo fiscale si intende dunque un’ispezione approfondita di tutti i fatti rilevanti a livello fiscale relativi a un contribuente, persona fisica o giuridica che sia. L’attività di controllo svolge la duplice funzione di recupero delle somme dovute ma non corrisposte allo Stato e di dissuasione dall’evadere le tasse. Responsabile dell'intera procedura di controllo è l’Agenzia delle Entrate, che svolge la funzione di accertamento e controllo fiscali e gestione dei tributi, sotto le dipendenze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

La metodologia utilizzata per il controllo fiscale varia in base al singolo caso. Gli strumenti a disposizione dell’autorità sono vari (verifiche, ispezioni, accessi, richieste di documenti, questionari, ecc.) e comprendono controlli automatizzati, contraddittori e attività istruttorie esterne.

Qualora il controllo rilevi un’irregolarità, l’Agenzia delle Entrate provvede a inviare un avviso di accertamento. Tale documento notifica al contribuente l’effettiva pretesa in termini tributari e riassume tutte le informazioni rilevanti. Oltre a mettere a conoscenza l’interessato in maniera esusativa dei risultati del controllo effettuato, questo atto conclude l’attività istruttoria. Nell’avviso di accertamento sono inoltre rese note le modalità per sanare le anomalie riscontrate e, nel caso in cui il contribuente abbia ragione di credere che ci sia stato un errore, per presentare ricorso.

N.B.

L’avviso di accertamento segue solamente le procedure di controllo sostanziale. Quando invece viene svolta una verifica fiscale presso la sede del contribuente, a conclusione della stessa avviene la consegna di un processo verbale di constatazione (pvc) nel quale sono riportate le violazioni e i relativi addebiti.

Quando avviene un controllo fiscale

Non sempre le verifiche fiscali sono frequenti, ma negli anni recenti si è registrata una lieve svolta. La lotta all’evasione fiscale è diventata un tema di primissimo piano e questo ha portato ad adottare nuovi strumenti per smascherare i contribuenti che deliberatamente o meno evadono le tasse, tra cui Evasometro e Superanagrafe dei conti correnti.

La strategia di lotta all’evasione fiscale prevede verifiche del fisco su privati e imprese. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate passeranno, sempre più a partire da quest’anno, le dichiarazioni dei redditi, il versamento dei cotributi all’INPS, i flussi mensili in entrata e in uscita, le giacenze medie sui conti correnti e i saldi di inizio e fine anno. Per quanto riguarda invece le aziende, i controlli saranno effettuati principalmente su fatture e scontrini elettronici.

Dal punto di vista statistico la probabilità di un controllo da parte del fisco è molto bassa. Infatti i contribuenti che ogni anno vengono sottoposti a tali procedure sono un numero molto esiguo, tanto che, con la variante della professione svolta, è possibile passare un’intera vita professionale senza mai essere sottoposti a un accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Diversa è la questione quando errori di calcolo, incongruenze o cambiamenti improvvisi destano l’attenzione dell’organo di controllo. Basta infatti un movimento di capitali sospetto per essere sottoposto a verifica fiscale.

La motivazione principale è la dichiarazione dei redditi. Specialmente chi ha diverse proprietà ed entrate è molto probabile che si veda consegnare a casa una cartella di pagamento, ossia quel documento che richiede ai contribuenti di pagare i propri debiti agli enti creditori. La motivazione può dipendere ad esempio da un calcolo errato o da una dichiarazione fallace. Altro caso molto comune è invece quello del mancato pagamento delle imposte autodichiarate. Ossia: il contribuente ha inviato la propria dichiarazione dei redditi, ineccepibilmente compilata, ma non ha poi ottemperato all’obbligo di pagamento.

Altre possibilità che danno avvio a un controllo fiscale sono quelle che portano all’accertamento sintetico, fatto per mezzo del redditometro. Si tratta di quelle situazioni fiscali dove l’incongruenza è apparentemente palese, come può capitare quando una persona disoccupata o con basso reddito ha numerose proprietà o proprietà di grande valore. Ancora: movimenti bancari sospetti, in entrata e/o in uscita, o anche semplici presunzioni di comportamenti fraudolenti, anche privi di alcun fondamento apparente, sono però sufficienti ad attirare l’attenzione dell’Agenzia.

Verifica fiscale in azienda

Se siete titolari di un’attività è ben più probabile che riceviate una visita in sede rispetto al normale contribuente. Tuttavia, questo non significa che una visita fiscale possa avvenire senza alcun fondamento. Infatti, la normativa prevede che se l’autorità ha modo di effettuare verifiche non evasive, debba preferire queste a quelle fisiche. Inoltre, nonostante di norma le verifiche fiscali nella sede dell’azienda avvengano durante l’orario di lavoro, devono arrecare il minor turbamento possibile all’esercizio professionale e commerciale.

N.B.

Contrariamente a quanto si crede, la visita fiscale nella sede di un’azienda può essere eseguita anche in assenza del titolare. Diversa è la questione se il contribuente sottoposto a verifica è un lavoratore autonomo, nel qual caso la presenza fisica della persona è imprescindibile.

La verifica fiscale si compone di diversi passaggi, qui di seguito brevemente illustrati:

  • Fase di accesso ai locali: arrivo del verificatore presso la sede del contribuente con conseguente interruzione della sua attività di lavoro. Per prima cosa l’autorità atta a verificare deve mostrare e consegnare al contribuente sottoposto a verifica una copia dell’ordine di accesso, documento che garantisce per l’appunto l’accesso ai locali e ai documenti, e successivamente spiegargli i suoi diritti e i doveri. Durante l’intera verifica fiscale il verificatore è tenuto a redigere un protocollo che prende il nome di verbale di verifica.
  • Fase di ricerca: una volta espletati i doveri precedentemente elencati, gli agenti del fisco procedono con la ricerca della documentazione rilevante. Questa azione di ricerca può essere svolta anche contro la volontà del contribuente.
  • Fase di ispezione dei documenti: una volta trovati i documenti concernenti la materia fiscale, il verificatore procede all’ispezione degli stessi congiuntamente ad altre fonti documentali in suo possesso, se a disposizione. Durante questa fase viene verificato l’effettivo ottemperamento della normativa tributaria da parte del contribuente.

Per quanto riguarda la ricerca dei documenti concernenti il fisco, il verificatore ha il potere di acquisire tutti i documenti contabili obbligatori (quali registri, libri, ecc.) ma anche altro materiale presente in azienda come blocchetti per gli appunti, biglietti da visita, agende e quant’altro. Inoltre, in quanto beni presenti in azienda e accessibili, il verificatore può accedere e copiare e acquisire i dati salvati nei dispositivi elettronici, come computer, notebook, tablet, server aziendali, ecc.

N.B.

La costituzione garantisce al contribuente sottoposto a verifica il diritto di non essere perquisito, così come impedisce al verificatore di aprire documenti sigillati, casseforti, borse, mobili, ecc., inclusi anche i messaggi di posta elettronica non ancora letti. Tuttavia, se ritenuto fondamentale, il verificatore può richiedere l’autorizzazione necessaria a farlo al Procuratore della Repubblica.

Durata della verifica fiscale in azienda

Per quanto riguarda la durata della verifica fiscale bisogna fare un distinguo tra professioni e imprese in contabilità semplificata e le altre imprese. Se per quest’ultime la durata della visita fiscale è di massimo trenta giorni, per i contribuenti in contabilità semplificata la durata complessiva è ridotta alla metà, dunque quindici giorni. In entrambi i casi però è prevista una proroga di ulteriori trenta giorni nel caso in cui l’autorità lo ritenga necessario ai fini della verifica.

È a discrezione del contribuente se scegliere che l’analisi dei documenti fiscali, una volta acquisiti dal verificatore, debba essere svolta presso l’ufficio del proprio commercialista o presso gli uffici finanziari dell’Agenzia delle Entrate. Lo svolgimento dell’analisi di verifica deve essere effettuato sempre durante l’orario d’esercizio della vostra attività.

Redazione del verbale di verifica

Per tutta la durata della verifica fiscale, il verificatore è tenuto a redigere un verbale giornaliero dell’attività di controllo da lui svolta. Al termine della verifica verrà dunque redatto il verbale riepilogativo. Per entrambi i documenti potete richiedere di riportare eventuali informazioni emerse durante l’attività di verifica che ritenete possano giocare a vostro favore. I verbali devono sempre essere firmati da voi, in qualità di titolare dell’impresa sottoposta a controllo.

Violazione delle regole da parte del verificatore

L’eventuale inosservanza di una delle regole qui sopra menzionate non porta all’annullamento del processo di verifica fiscale nei vostri confronti, bensì ne risponderà il verificatore nella sua persona. L’unica inottemperanza che vanifica l’intero sforzo di controllo da parte dell’autorità fiscale corrisponde alla non consegna della copia dell’ordine di accesso. In tal caso qualunque prova acquisita risulterà inutile.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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