Fattura di acconto

La fattura di acconto è una fattura comune, con l’unica differenza che corrisponde a una parte del totale. La fatturazione di committenze di grandi dimensioni che prevedono un periodo di prestazione dei servizi di lunga durata (come i progetti di costruzione) è spesso suddivisa in fatture di acconto, il cui pagamento dipende però dal procedimento dei lavori. Questa tipologia di pagamento è di beneficio per entrambe le parti. In particolare, grazie a essa, il prestatore di servizio non deve finanziare l’intero costo a proprie spese. Inoltre, il rischio di un mancato pagamento totale viene minimizzato.

D’altro canto, il vantaggio per il committente è quello di spronare il commissionario a un’esecuzione puntuale e corretta dei lavori. La somma e la frequenza delle fatture di acconto dipende dalla tipologia e dalla tabella di marcia relativa alle consegne di bene o alle prestazioni fornite, oggetto dell’accordo.

Definizione

Fattura di acconto: questo tipo di fattura corrisponde a una parte dell’intero importo relativo a una consegna o una prestazione di servizi, la cui esecuzione segue una pianificazione temporale ben precisa e suddivisa. L’ammontare delle fatture di acconto non è stabilito per legge, bensì concordato dal committente e dal commissionario. Diversamente dalle fatture parziali, nelle fatture di acconto l’ammontare può variare.

Settore d’utilizzo e finalità delle fatture di acconto

Le fatture di acconto sono particolarmente comuni nel settore edilizio. I progetti di costruzione sono particolarmente lunghi e proprio per questo, in base all’avanzamento dei lavori, vengono solitamente accordati pagamenti graduali per mezzo di fatture di acconto. Inoltre, è prassi che il cliente paghi un anticipo prima dell’inizio dei lavori. Dopodiché, a seconda dello stato dei lavori, si effettuano pagamenti parziali e commisurati.

In altri campi quali l‘artigianato e l’impiantistica le fatture di acconto vengono impiegate solamente se si tratta di progetti particolarmente lunghi. Anche in questo scaso è prassi corrispondere un anticipo, per poi effettuare pagamenti parziali parallelamente al proseguimento dei lavori.

Le fatture di acconto però non sono rare anche in altri campi: vi ricorrono spesso i lavoratori autonomi, i quali forniscono prestazioni durante un periodo prolungato accordandosi con i propri clienti su pagamenti continui in base ai progressi raggiunti, così da assicurarsi un’entrata regolare. Anche gli stessi clienti hanno interesse nel prediligere le fatture di acconto, poiché grazie ad esse riescono a pianificare meglio i propri pagamenti. Il vantaggio di un flusso graduale e regolare dei pagamenti si presenta a entrambe le parti.

Funzionamento delle fatture di acconto

Come indica il termine acconto, si tratta di una somma ricevuta anzitempo, prima dell’effettiva conclusione di consegna dei beni o di prestazione del servizio. Si tratta dunque di una fattura emessa prima che sia formalmente necessario farlo (secondo l’articolo 6, comma 4, del DPR n. 633/72). Vero è anche però che per ogni somma ricevuta relativa a un ordine va emessa fattura.

La fattura di acconto non presenta grandi differenze per quanto riguarda i dati obbligatori, rispetto a una normale fattura. È tuttavia necessario fare attenzione nell’eseguire la corretta procedura di contabilizzazione. Infatti, al momento del completamento della fornitura di beni o della prestazione di servizio, sarà necessario emettere la fattura a saldo, che porta a chiusura l’ordine. Da questa devono però essere sottratte le fatture di acconto precedentemente registrate. Si rischia altrimenti di emettere fattura per un ammontare complessivo maggiore di quello concordato.

Trattandosi di una fattura a tutti gli effetti, anche la fattura di acconto prevede il calcolo dell’IVA, chiaramente relativo unicamente all’importo parziale oggetto della fattura. All’interno della fattura andrà quindi specificato se si tratta di un’operazione imponibile (indicando quindi l’aliquota relativa), non imponibile, o esente da IVA.

N.B.

Per stabilire se si tratta di un’operazione esente da IVA, fate riferimento all’articolo 10 del DPR 633/72, già precedentemente menzionato.

Per quanto riguarda la data di emissione della fattura di acconto, per la fornitura di beni mobili la fattura andrà emessa al momento della consegna; per la prestazione di servizi la fattura andrà invece emessa al momento del versamento dell’anticipo da parte del cliente committente, non più tardi. In alternativa, in questo secondo caso, la fattura può comunque essere emessa prima dell’effettivo pagamento.

Esempio di una fattura di acconto

La società fittizia Mondo Verde ha sottoscritto un contratto di fornitura merci con l’altrettanto fittizia società Emporio del Rispetto, l’acquisto fa riferimento a beni per un valore di 10.000 € con Iva al 22%. La consegna della merce sarà effettuata in due tranches, con un aggiuntivo pagamento anticipato del 10%.

Come pattuito, una settimana dopo la firma del contratto, l’Emporio del Rispetto versa il 10% del totale (IVA inclusa) sul conto di Mondo Verde, che lo stesso giorno deve emettere fattura di acconto relativa all’anticipo corrisposto. Successivamente Mondo Verde procederà con la consegna di metà della merce, emettendo fattura al momento della spedizione per il 45% del totale (considerando l’anticipo del 10%). Infine, farà lo stesso al momento della seconda spedizione, emettendo la fattura a saldo, che chiuderà l’ordine e dalla quale andranno sottratte le due precedenti fatture di acconto.

Riassunto schematico:

Prezzo concordato: 10.000€

IVA (al 22%): 2.200€

Prima fattura di acconto (anticipo): 1.000€ (10% del totale) + 220€ (IVA relativa)

Seconda fattura di acconto (prima spedizione): 4.500€ (45% del totale) + 990€ (IVA relativa)

Fattura a saldo (seconda e ultima spedizione): 4.500€ (restante 45%) + 990€ (IVA relativa)

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