Per prima cosa è necessario comprendere l’ambito contabile in cui si inserisce l’argomento dell’accantonamento. Le aziende e le attività in generale devono fare fronte a spese di esercizio, ma non sempre si tratta di uscite che fanno riferimento al presente. Difatti quando si gestisce un’impresa si devono anche prendere in considerazione delle spese che avverranno in futuro. Per non farsi cogliere impreparati sono previsti degli stanziamenti di bilancio per la realizzazione di fondi che coprano queste uscite. A tal fine entra in gioco un fattore fondamentale, ovvero la capacità dell’azienda di valutare efficacemente non solo l’ammontare, ma anche la natura dei propri investimenti.
I fondi per rischi e oneri di futura manifestazione rappresentano un’integrazione tipica di valori da effettuare a fine esercizio. Di fatto è un’operazione in cui si vanno a rilevare i componenti negativi di reddito inerenti all’esercizio che si sa con certezza o si presume si possano presentare finanziariamente negli esercizi successivi. Nonostante il principio sia simile, per quanto concerne il trattamento di fine rapporto (TFR) l’importo è determinabile con relativa certezza dall’azienda, mentre per i fondi per rischi e oneri vi è incertezza non solo relativamente all’importo bensì talvolta anche all’effettiva manifestazione.
Si fa dunque una stima del probabile onere nel momento in cui sorgerà, onde evitare che possa inficiare il reddito degli esercizi successivi (in cui avrà manifestazione finanziaria). Si instaurano quindi delle poste che possano rappresentare un cuscinetto e siano in grado di coprire gli impegni futuri, incerti sia per il loro ammontare sia per la loro scadenza. Questa operazione porta il nome di accantonamento a un fondo per rischi e oneri. In sostanza la funzione dell’accantonamento è di anticipare i costi destinati a presentarsi in un esercizio futuro.
Siccome il conto accantonamenti è di natura prettamente economica poiché non vengono coinvolti alcuni movimenti di natura finanziaria, i fondi per rischi e oneri altro non sono che delle passività connesse alla rilevazione di presunte variazioni finanziarie negative (VFN), le quali possono nascere da costi di competenza degli esercizi passati. Non sono perciò stanziamenti di denaro accantonato per futuri pagamenti.
Secondo la norma civile (art. 2424-bis 3° c.) i fondi per rischi e oneri devono coprire esclusivamente perdite o debiti di natura determinata e di esistenza certa o probabile, di cui al momento della chiusura dell’esercizio risultano ancora indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza.