Spese di rappresentanza per i lavoratori autonomi

Precedentemente nella nostra Digital Guide vi abbiamo spiegato quali sono le nozioni di base delle spese di rappresentanza e quali sono i documenti necessari per una corretta gestione delle stesse. In questo articolo invece ci soffermiamo sulla categoria dei lavoratori autonomi, per i quali vigono norme leggermente differenti.

Il “Jobs Act del lavoro autonomo” e il limite dell’1 %

La nuova Legge 81/2017 del 22 maggio, spesso soprannominata “Jobs Act del lavoro autonomo”, fa parte di una serie di interventi mirati a regolare e tutelare la sicurezza del lavoro autonomo di stampo non imprenditoriale, assicurandone dunque anche una protezione a livello sociale.

Tra le varie modifiche apportate, alcune riguardano le spese sostenute e la loro deducibilità. A questo proposito vengono anche menzionate e quindi regolamentate le spese di rappresentanza. La nota dell’articolo 8 recita così:

Le spese di rappresentanza sono deducibili nei limiti dell'1 per cento dei compensi percepiti nel periodo di imposta. Sono comprese nelle spese di rappresentanza anche quelle sostenute per l'acquisto o l'importazione di oggetti di arte, di antiquariato o da collezione, anche se utilizzati come beni strumentali per l'esercizio dell'arte o della professione, nonché quelle sostenute per l'acquisto o l'importazione di beni destinati ad essere ceduti a titolo gratuito.

Si stabilisce dunque che il regime relativo alle spese di rappresentanza rimane invariato e che le spese sono deducibili a patto che rientrino nel limite dell’1 % dei compensi percepiti durante il periodo d’imposta.

Le spese di rappresentanza in sintesi

Per vostra comodità abbiamo deciso di riportare ancora una volta le categorie generiche delle spese di rappresentanza (stando al decreto ministeriale del 19 novembre 2008 e al decreto legislativo 147/2015):

  1. le spese per viaggi turistici legati ad attività promozionali inerenti i beni o i servizi caratterizzanti l’offerta dell’impresa;
  2. le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento per occasioni quali ricorrenze aziendali o festività nazionali e/o religiose;
  3. le spese per feste, ricevimenti ed eventi finalizzati all’intrattenimento aventi luogo in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici e locali legati all’attività d’impresa;
  4. le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento collegati all’esposizione dei beni e dei servizi prodotti dall’impresa;
  5. ogni spesa che non rientri nelle categorie precedenti ma che faccia riferimento a beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, inclusi contributi per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda al criterio di inerenza.

Le spese di rappresentanza per poter essere dedotte devono essere inerenti e ben documentate, oltre che trattarsi di spese effettivamente sostenute. Inoltre devono sempre e assolutamente fare riferimento a beni e servizi ceduti o erogati a titolo gratuito, con finalità promozionali o di pubbliche relazioni e che rispondano ai criteri di ragionevolezza, ovvero che abbiano l’obiettivo di apportare benefici economici e che siano coerenti con il settore commerciale di appartenenza. È però necessario precisare che l’attività relativa alle spese di rappresentanza non deve in alcun modo essere riconducibile a una diretta aspettativa di ritorno commerciale.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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