Come si fa a chiudere un’azienda?

Molte aziende sono costrette a cessare la loro attività o a trasformare l’azienda adattandola ad una forma legale e giuridica più appropriata alla nuova situazione economica e finanziaria. Le ragioni dietro a scelte di questo tipo possono essere molteplici, ma la procedura è regolata secondo criteri abbastanza uniformi che assumono solamente delle sfumature diverse caso per caso. In generale comunque è fondamentale comunicare la cessazione dell’attività o qualsiasi altra modifica dei dati al Registro delle Imprese compilando gli appositi moduli.

Pur non essendo una procedura complicata nella maggior parte dei casi, vi spieghiamo di cosa dovete tener conto, il procedimento passo per passo e quali sono i formulari da compilare.

Chi bisogna informare della cessazione di un'attività commerciale?

Sono due i protagonisti principali che devono essere informati di ogni variazione relativa alla situazione della vostra impresa o attività commerciale: l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio.

L’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate così com’è organizzata ora è operativa dal primo gennaio 2001 e nasce dalla riorganizzazione dell’amministrazione finanziaria come stabilito dal Decreto legislativo 300 del 1999. Inoltre, dal primo dicembre 2012, in conformità con l’art. 23-quater del Decreto legislativo 95/2012, ha incorporato anche l’Agenzia del Territorio, diventando di fatto l’unica autorità responsabile insieme alla Camera di Commercio ed è tenuta ad essere informata dei cambiamenti in relazione alle attività commerciali (ad esempio la chiusura di un’azienda o il cambio di alcuni dati sensibili come la sede dell’impresa).

N.B.

Oltre ad informare l’Agenzia delle Entrate della fine di un'attività, dovete anche comunicare ogni variazione dell’indirizzo della sede legale dell’impresa, un’eventuale vendita dell’azienda, la successione dell’azienda agli eredi e se si intende fare una trasformazione aziendale.

La Camera di Commercio

Le Camere di Commercio, Industria e Agricoltura (CCIAA) sono enti pubblici locali e non territoriali dotati di autonomia funzionale così come descritto nel Decreto Legislativo 15 febbraio 2010, n. 23, modifiche alla legge 29 dicembre 1993, n. 580. Servono principalmente a promuovere e supportare gli interessi generali delle aziende locali ed esercitano le funzioni delegate dallo Stato e dalle regioni (ad esempio attività di regolazione del mercato e amministrative). In particolare, le Camere di Commercio sono responsabili del Registro delle Imprese, un pubblico registro informatico che elenca tutte le imprese italiane e quelle estere con sede o unità locale in Italia, oltre che tutti gli altri enti che esercitano attività economiche destinate a terzi (ad esempio le associazioni). Quindi, chiunque svolga un'attività economica deve obbligatoriamente iscriversi al Registro delle Imprese e, nel momento della cessazione delle attività, deve procedere alla cancellazione dal Registro delle Imprese.

Documenti richiesti per comunicare la cessazione dell’attività all’Agenzia delle Entrate

Comunicare la cessazione dell’attività alla Camera di Commercio e, conseguentemente all’Agenzia delle Entrate, è semplicissimo. Vi basta inviare online attraverso Fisconline oppure tramite un intermediario che si serve di Entratel il modello della dichiarazione di inizio attività, variazione dati e cessazione attività. Queste due piattaforme sono messe a disposizione gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. A seconda della forma legale della vostra azienda, dovrete compilare un modello diverso. Li abbiamo riassunti per voi:

Forma legale

Modello

Lavoratori autonomi o imprese individuali

modello AA9/12

Società di persone

modello AA7/10

Società di capitali

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Nel caso della chiusura di una società di capitali il procedimento è molto complicato e non può essere effettuato solamente compilando un modello. A occuparsene è quasi sempre un esperto del settore, per esempio un commercialista, che sa quali siano e come rispettare le regole OIC 5 (bilanci di liquidazione) e che si occupa di comunicare correttamente con tutte le autorità competenti, inclusa l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio.

N.B.

Le società e gli enti che devono presentare il modello 770 per la dichiarazione dei redditi (cioè quelle società che presentano una dichiarazione dei redditi per più di 20 soggetti) devono registrarsi su Entratel e non su Fisconline. Questa piattaforma sarà il loro collegamento diretto con l’Agenzia delle Entrate.

Rispettare i termini nella comunicazione

Qualsiasi cambiamento o modifica all’attività commerciale deve essere comunicata tempestivamente all’Agenzia delle Entrate. Generalmente si ha un margine di 30 giorni per comunicare variazioni nei dati o che si è deciso di chiudere un’azienda. A parte questo, non dovete rispettare alcuna scadenza particolare, potete chiudere la vostra azienda in qualsiasi momento dell’anno. È importante però che non svolgiate più alcun tipo di operazione commerciale dopo la data indicata sul modello come cessazione ufficiale delle attività commerciali.

Se non potete occuparvi personalmente della chiusura dell’azienda, potete incaricare una terza persona, per esempio un commercialista o un consulente del lavoro, che invierà il modello al vostro posto tramite Entratel.

Chiudere un’azienda: online o offline?

Per chiudere un’azienda in maniera ufficiale dovete seguire la procedura indicata online. In linea generale quasi tutte le pratiche, sia che si tratti dalla cessazione di un’attività sia di una semplice modifica dei dati personali, vengono svolte online tramite le apposite piattaforme.

Sul territorio esistono ancora degli uffici collocati nei capoluoghi provinciali che svolgono delle funzioni specifiche sul territorio e che offrono servizi di consulenza. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate potete consultare l’elenco completo.

Costi per comunicare la cessazione dell’attività

I costi per la cessazione dell’attività variano a seconda del tipo di azienda. Per i lavoratori autonomi e le ditte individuali, le uniche spese sono i 18€ di diritti e i 17.50€ di marca da bollo relativi alle comunicazioni da inviare alla Camera di Commercio tramite ComUnica.

Chiudere una società di persone è più complicato. Se non avete bisogno di un notaio, i costi si riducono a 59€ di marca da bollo e circa 100€ per le spese dei diritti di segreteria. Tuttavia, le pratiche precedenti alla chiusura possono rivelarsi molto complicate e richiedere l’aiuto di un professionista. In questo caso, i costi potrebbero ammontare fino a 1500€.

Infine, nel caso di una società di capitali, i costi minimi per sciogliere la società si aggirano intorno ai 1350-1400€, inclusivi di tasse, bolli e parcella del commercialista. Se decidete di coinvolgere un notaio, i costi si alzano notevolmente.

N.B.

Chiudere la partita IVA di per sé non comporta alcun costo. I costi menzionati sopra si riferiscono a bolli, spese dei diritti di segreteria, tasse ed eventuali parcelle di commercialisti e/o notai.

Comunicazione tra organi statali differenti

Una volta compilato ed inviato il modello necessario per la chiusura della vostra attività e pagati i costi per le pratiche burocratiche, in teoria non dovete informare altri organi ufficiali. Ad occuparsene dovrebbero essere l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio. Se volete assicurarvi che non siano stati fatti errori e velocizzare le pratiche, potete recarvi personalmente presso gli uffici degli altri organi (ad esempio l’INPS) portando la ricevuta della chiusura della partita IVA e occuparvi personalmente della chiusura dei conti nel caso in cui non sia già stato fatto.

Altri passaggi necessari prima di comunicare la cessazione dell’attività commerciale

Naturalmente, se state per chiudere la vostra azienda, non basta solo comunicare la vostra intenzione agli organi responsabili, ma dovete anche adempiere ad alcuni obblighi burocratici. Tali obblighi variano a seconda del tipo di società. Nel caso di ditte individuali e lavoratori autonomi, se non avete debiti, dovete semplicemente assicurarvi di aver comunicato a tutte le parti la fine della vostra attività. Nel caso di società di persone e di capitali, la situazione più complicata e varia caso per caso. In generale comunque, dovete verificare le cause dello scioglimento, redigere un bilancio finale e solo alla fine procedere alla cancellazione dal Registro delle Imprese. Inoltre, non dimenticate di annullare o estinguere tutti i contratti relativi alla vostra attività come ad esempio:

  • contratti di locazione
  • contratti con fornitori di energia
  • assicurazioni
  • contratti telefonici e internet
  • contratti con clienti e fornitori
  • contratti pubblicitari

Non tutti questi obblighi possono essere estinti immediatamente. Pertanto, pianificate in anticipo la fine di queste relazioni commerciali e mandate le disdette, se non volete incorrere in costi e penali anche molto alte.

Il punto della situazione: come chiudere un’impresa individuale, una società di persone e una società di capitali

Alla luce di quanto spiegato in questo articolo, vi riassumiamo ora come si fa a chiudere un'azienda, quali moduli inviare e quanti sono i costi a seconda della forma giuridica della vostra attività commerciale.

Tipo di azienda Modello Liquidazione Costo
Lavoratore autonomo / impresa individuale Modello AA9/12 (tramite Fisconline) / 18€ di diritti; 17.50€ di marca da bollo
Società di persone Modello AA7/10(tramite Fisconline o Entratel) Può essere richiesta solo nel caso di istanza di fallimento attività commerciale 59€ di marca da bollo; circa 100€ per le spese dei diritti di segreteria – nel caso si necessiti di un professionista (ad esempio se è necessaria una liquidazione) si può arrivare a 1500€
Società di capitali / Se l’azienda non ha debiti, si può scegliere una liquidazione semplificata (non necessita un notaio). Comunque, si devono sempre seguire le regole OIC 5 1350-1400€ per tasse, bolli e parcella del commercialista - se si necessita di un notaio i costi aumentano notevolmente

Quali opzioni ci sono se non si vuole chiudere un’azienda definitivamente?

Come già accennato, chiunque cessi completamente e permanentemente di fare affari deve comunicare obbligatoriamente la cessazione dell’attività all’Agenzia delle Entrate e deve cancellarsi dal Registro delle Imprese. Chiudere l’azienda però, potrebbe non essere la scelta migliore per voi. Ad esempio, un lavoratore individuale o una piccola impresa potrebbero considerare la possibilità di cessare solo temporaneamente la propria attività e magari riprenderla in seguito. Oppure, potete anche considerare l’opzione di cambiare la forma giuridica dell’azienda (ad esempio, se viene a mancare un socio).

Partita IVA dormiente

Se non escludete di riprendere la vostra attività in futuro, potreste considerare l’opzione di mantenere attiva la vostra partita IVA senza usarla. Questa soluzione è la cosiddetta partita IVA inattiva o dormiente, cioè una partita IVA non operativa da anni ma ancora formalmente aperta all’anagrafe tributaria.

Il Decreto 193/2016 ha stabilito la chiusura delle partite IVA inattive da almeno tre anni da parte dell’Agenzia delle Entrate senza l’applicazione delle sanzioni per l’omessa comunicazione. Se però non desiderate la chiusura nemmeno dopo tre anni, potete semplicemente rispondere alla comunicazione ufficiale dell’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni per chiedere di poter mantenere attiva la vostra partita IVA.

N.B.

La partita IVA dormiente può essere una soluzione per i lavoratori autonomi o le ditte individuali. Nel caso di una società di persone o di capitali i costi anche solo relativi all’esistenza dell’attività fanno sì che mantenere attiva una partita IVA aziendale senza usarla sia una scelta economicamente svantaggiosa.

Trasformazione aziendale

La trasformazione aziendale consiste nella modifica dell’atto costitutivo di un’impresa e, conseguentemente, il passaggio da una forma societaria a un’altra senza la cessazione del soggetto giuridico preesistente. I motivi dietro a una trasformazione aziendale possono essere ricondotti a quattro ragioni principali:

  1. modificare il livello di responsabilità dei soci (ad esempio quando si vuole passare da una società di persone a una di capitali)
  2. motivazioni aziendali (ad esempio quando l’azienda cresce e l’attuale forma giuridica non è più adatta)
  3. convenienza fiscale
  4. obblighi di legge

Naturalmente, la trasformazione aziendale assume forme diverse e richiede un procedimento specifico a seconda del tipo di società che si vuole mutare. In generale però, la prima fase del processo consiste nella delibera di trasformazione, un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da un notaio dove i soci manifestano la volontà di modificare l’atto costitutivo. In seguito, dovete anche occuparvi della valutazione, cioè della determinazione del capitale di partenza della nuova società.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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