IVA: tutto quello che c’è da sapere

IVA è l’acronimo di imposta sul valore aggiunto. Si tratta della più importante imposta indiretta dello Stato italiano, rappresentando la maggiore fonte di entrate tributarie a suo favore. L’IVA è seconda solamente all’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche), che però è un’imposta diretta e rientra quindi in un’altra categoria. Per darvi un idea in termini numerici, l’IVA versata nelle casse dello stato nel 2017 è stata di circa 129.595 milioni di € (rappresentando un aumento del 4,2%) su un totale di circa 456 miliardi tra tutte le entrate tributarie (fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze). In questo articolo vi forniamo le più importanti nozioni riguardanti l’IVA.

Che cos’è un tributo

Il tributo è un’entrata nelle casse dello Stato che i singoli cittadini sono tenuti a pagare. Lo Stato, forte del proprio potere di coazione, esercita la sua facoltà di imporre ai cittadini delle prestazioni obbligatorie così che essi contribuiscano alle spese pubbliche. Queste entrate prendono quindi il nome di tributi o entrate tributarie. Quindi lo stato si avvale del suo diritto di “ius imperii” (ovvero il diritto di imporre l’esecuzione di un ordine) per ottenere la prestazione da parte dei cittadini.

L’articolo 23 della costituzione italiana recita “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”. Questo significa che allo Stato per mezzo di legge viene garantita l’attività impositiva, ovvero la possibilità di imporre tributi, grazie agli atti approvati dal parlamento, ovvero atti approvati da organi rappresentativi della volontà popolare.

Per definizione l’imposta è:

Tributo che gli enti pubblici impongono, senza corrispettivo di alcun servizio, a tutti i cittadini che si trovano in determinate condizioni, in rapporto al patrimonio o al reddito, e destinato a fornire agli enti pubblici stessi i mezzi per la produzione di quei servizi che non recano benefici particolari ai singoli, ma un vantaggio alla collettività nel suo insieme.

In quanto tale si differenzia dalla tassa poiché la tassa è una controprestazione in denaro di un servizio prestato dallo Stato o da altri enti pubblici a un privato (generalmente su richiesta).

IVA: come funziona

L’IVA all’interno del sistema nazionale italiano è regolata dalla direttiva 2006/112/CE, chiamata “Direttiva rifusione”. La caratteristica principale dell’IVA è che si tratta di un’imposta sui consumi, che colpisce tutti i contribuenti senza distinzione. Dunque a farsene carico (almeno in fase finale) sono i consumatori, ovvero coloro che acquistano un bene o un servizio. L’applicazione dell’IVA avviene con obbligo di rivalsa, il che significa che il fornitore ha l’obbligo di addebitare l’IVA al cliente. Una volta incassata (o in alcuni casi prima) il fornitore o venditore la versa allo Stato. Si parla quindi di IVA a debito sulle vendite e a credito sugli acquisti.

I presupposti alla base dell’IVA sono tre: soggettivo, oggettivo e territoriale. La soggettività determina che l’IVA sia applicata agli esercizi di imprese (articolo 4 del d.p.r.) e di arti e professioni (articolo 5 del d.p.r.). Il presupposto oggettivo stabilisce che l’IVA sia applicata solo sulle operazioni di cessione di beni, di prestazione di servizi, di importazione e di operazioni intracomunitarie (l’IVA come imposta indiretta è in vigore anche nell’Unione europea, dove nel 67 è stata ideata come strumento di armonizzazione fiscale). Il principio di territorialità fa sì che l’applicazione dell’imposta avvenga solamente sulle operazioni effettuate sul territorio italiano.

N.B.

Le aziende che operano nel mercato comunitario e che quindi sono soggette al pagamento dell’IVA in un altro Stato membro, hanno la possibilità di fare richiesta di rimborso. Per saperne di più leggete l’articolo apposito sulla nostra Digital Guide.

Tuttavia non tutte le operazioni IVA sono uguali tra loro e neanche l’effettivo valore dell’IVA rimane sempre uguale e immutato, infatti in base al tipo di servizio ci sono aliquote IVA diverse, più o meno pesanti sulle tasche del consumatore. La classificazione delle operazioni IVA si distinguono tra imponibili, non imponibili, esenti ed escluse. Ma per una maggiore chiarezza al riguardo vi invitiamo ad approfondire il testo del d.p.r. 633/1972. Qui di seguito vi presentiamo lo schema delle aliquote IVA:

  • 4 % per i generi di prima necessità (inclusi quotidiani e riviste)– aliquota IVA minima
  • 10 % per i servizi turistici, alimentari ed edili – aliquota IVA ridotta
  • 22 % per tutti gli altri beni e servizi – aliquota IVA ordinaria

Il calcolo dell’IVA avviene moltiplicando l’aliquota di riferimento per il prezzo del prodotto o del servizio in questione. Quindi il prezzo finale sarà costituito dalla somma del prezzo e dell’imposta sul valore aggiunto. In questo senso l’IVA è un’imposta proporzionale poiché non fissa ma che aumenta e diminuisce in maniera direttamente proporzionale al prezzo del bene o del servizio, oltre che neutra poiché i vari passaggi di lavorazione prima di giungere all’utente finale non incidono ulteriormente sull’imposta.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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