Non è sempre facile trovare il momento giusto. Di solito ci si sposta in una finestra temporale di cui non si conoscono i confini. Da un lato non si vuole scrivere troppo presto, correndo il rischio di infastidire i responsabili delle decisioni del personale. Ma allo stesso tempo non si vuole nemmeno aspettare troppo a lungo, del resto con la mail di follow-up si può rafforzare l’impressione positiva. D’altronde sta anche a voi dover prendere una decisione, perché potreste avere un'altra offerta di lavoro in ballo.
Poiché il tempo è una questione così delicata, vale la pena di informarsi in merito direttamente sul posto. Se vi danno un periodo di tempo approssimativo, potete prenderlo come riferimento. Se, ad esempio, vi viene detto che la procedura di candidatura richiederà altre due settimane, potete chiedere via e-mail al più tardi tre settimane dopo il colloquio. Tuttavia, è sconsigliato farsi sentire subito dopo che è trascorso il periodo di tempo specificato. Un processo di candidatura può essere stressante, e non tutto va sempre secondo i piani. Chi rispetta troppo pedissequamente le informazioni dategli, non fa una buona impressione.
Se però non è stato dato un periodo di tempo specifico, dovreste fissare una scadenza autonomamente. Dovreste pianificare tra le due e le sei settimane. Per trovare il momento giusto, vanno considerate sia le caratteristiche dell'azienda che le circostanze della domanda: le grandi aziende, generalmente, impiegano più tempo per decidere. Ciò riguarda, da un lato, il gran numero di applicazioni e, dall'altro, le strutture interne. Ci sono relativamente molte persone coinvolte nel processo decisionale, il che comporta dispendio di tempo. Nel caso delle piccole imprese e di un numero gestibile di candidati, invece, ci si può aspettare una risposta rapida.