Una SAS offre agli azionisti numerosi vantaggi ed è particolarmente adatta per le aziende a conduzione familiare. Tuttavia, chiunque desideri aderire alla società in accomandita in qualità di socio accomandante deve essere consapevole delle proprie responsabilità e valutare attentamente la decisione. L'esempio seguente illustra le conseguenze di una decisione sconsiderata:
Giorgio ha sempre sognato di essere il capo di se stesso. Dopo molte riflessioni, decide di costituire una propria azienda che vende mobili da ufficio dal design innovativo. Tavoli pieghevoli e regolabili in altezza, poltrone da ufficio con funzioni di massaggio integrate e lampade che regolano l'intensità luminosa in base alla luce del giorno: questi saranno i suoi prodotti di punta in futuro. È deciso.
Sua sorella Alice e suo fratello Giuliano sono entusiasti dell'idea imprenditoriale e vogliono partecipare con una notevole quantità di denaro. Poiché l'ex compagno di studi di Giuliano ha costituito una società in accomandita semplice solo pochi anni fa, Giuliano conosce i vantaggi di questa forma giuridica e convince così rapidamente Giorgio a costituire una SAS. Giorgio era sicuro fin di voler gestire l'azienda e quindi, in qualità di socio accomandatario, ha apportato alla società "InnovUfficio" un capitale di circa 30.000 euro. I suoi fratelli Giuliano e Alice partecipano ciascuno come soci accomandanti con una quota di 10.000 euro, che viene iscritta nel registro delle imprese e che corrisponde alla loro responsabilità.
Un anno dopo, gli affari stanno andando bene e tutti gli azionisti sono soddisfatti della distribuzione degli utili e delle responsabilità. Tuttavia, nel terzo anno di esercizio numerosi concorrenti si riversano sul mercato, convincendo la clientela grazie ai prezzi notevolmente più bassi e una qualità pressoché comparabile. "InnovUfficio" diventa insolvente e deve pagare debiti per un importo di 100.000 euro. Ma il capitale sociale disponibile (30.000 euro di Giorgio e 10.000 euro ciascuno da suo fratello e sua sorella) non sono sufficienti a coprire il debito contratto.
Alice e Giuliano perdono 10.000 euro ciascuno, ma hanno adempiuto ai loro obblighi di soci accomandanti della società in accomandita, perciò il loro patrimonio privato rimane intatto. Giorgio, invece, in qualità di socio accomandatario, deve pagare il debito residuo di 50.000 euro. E non importa se ha fondi sufficienti sul suo conto bancario o meno. Per l’estinzione del debito vengono utilizzati anche la sua auto, la sua casa, cioè anche le sue proprietà.
Sciogliere la SAS sarebbe inutile in questo caso. Anche dopo lo scioglimento, Giorgio dovrebbe comunque pagare i propri debiti con il patrimonio privato. Chiunque desideri costituire una SAS come socio accomandatario deve essere pienamente consapevole della responsabilità assunta. Giorgio avrebbe potuto ridurre il rischio di responsabilità civile optando per una società a responsabilità limitata come socio accomandatario. Per sapere di più su questo argomento potete leggere il nostro articolo sulla costituzione di una società in accomandita semplice.