A differenza di quello che può suggerire la denominazione ditta individuale, questo modo di fare impresa non è limitato solamente a singoli imprenditori. All’azienda infatti, possono anche partecipare il coniuge e i parenti.
L’impresa familiare prevede la partecipazione alla gestione dell’azienda del coniuge, dei parenti fino al terzo grado e degli affini fino al secondo. Introdotta nel 1975 con la Legge 151, si trattò di una svolta epocale perché consentì finalmente di formalizzare l’obbligo dell’imprenditore a riconoscere il lavoro svolto dai familiari che precedentemente veniva considerato a titolo gratuito lasciando spazio alla possibilità di abusi da parte degli imprenditori disonesti. Ora, invece, i familiari possono partecipare alla ditta in proporzione alla quantità e qualità del lavoro svolto ed essere retribuiti per i loro servizi.