Per un utilizzo efficiente dei cluster di Kafka è necessario lavorare con l’hardware adeguato. Il team di sviluppatori consiglia l’utilizzo di processori Intel Xeon con Quad-Core e 24 Gigabyte di memoria RAM. L’elemento più importante è comunque avere una memoria sufficiente per salvare in un buffer i messaggi letti e scritti da tutte le applicazioni che hanno accesso attivo al cluster. Poiché uno dei vantaggi di Apache Kafka è proprio l’elevato flusso di dati, è di enorme importanza scegliere dischi rigidi adeguati. La Apache Software Foundation consiglia unità hard-disk SATA (8 x 7200 UpM); per prevenire carenze di prestazione si applica il principio “più dischi rigidi si hanno, meglio è”.
Anche per quel che riguarda il software bisogna rispettare alcune condizioni per poter utilizzareApache Kafka per la gestione di flussi di dati in entrata e in uscita. Per la scelta del sistema operativo, ad esempio, conviene prediligere un sistema Unix come Solaris o una distribuzione Linux, visto che le piattaforme di Windows offrono un supporto limitato. Poiché Apache Kafka è scritto nel linguaggio Scala compilato da Java è indispensabile che sia installata sul proprio sistema una versione più attuale possibile del Java SE Development Kits (JDK).
Lo stesso, tra le varie cose, contiene il run-time system di Java, indispensabile per l’esecuzione delle applicazioni Java. Un’altra componente obbligatoria è il servizio Apache ZooKeeper, che permette la sincronizzazione di processi ripartiti.