In Italia tutti coloro che hanno un’attività non occasionale, cioè tutti coloro che guadagnano più di 5000€ all’anno, devono aprire una partita IVA. Fondamentalmente si tratta di una sequenza da 11 cifre preceduta dalla sigla dello stato di appartenenza che identifica un soggetto fiscale (lavoratore autonomo o ditta). Nel nostro paese si può aprire compilando la pratica della cosiddetta Comunicazione Unica (ComUnica), che informa il Registro delle Imprese dell’inizio della vostra attività. I costi variano a seconda del regime fiscale scelto e del fatturato. Le pratiche burocratiche possono risultare molto complicate perciò, se siete alle prime armi, è consigliabile rivolgersi ad un commercialista.
Il campo della partita IVA su Facebook non è obbligatorio, ma se ne siete possessori siete tenuti ad inserirla. Se non lo fate, rischiate di incorrere in sanzioni, anche se usate la pagina aziendale solo per farvi pubblicità e non per guadagnare direttamente. Inoltre, tenete presente che nelle inserzioni a scopo commerciale l’IVA non viene addebitata in maniera automatica in nessuno dei paesi europei, tranne l’Irlanda. Quindi spetta a voi calcolare gli importi da versare allo Stato, applicando il tasso in vigore nel paese in cui ha sede l’azienda (in Italia l’IVA in questo momento, aprile 2016, è pari al 22%). Facebook non offre consulenze fiscali, pertanto vi consigliamo anche in questo caso di consultare l’Agenzia delle Entrate o un commercialista, nel caso in cui abbiate dubbi su come compilare la dichiarazione fiscale.
Nel caso in cui svolgiate un’attività occasionale, cioè con durata inferiore a 30 giorni o con guadagno annuale inferiore o pari a 5000€, non dovete aprire una partita IVA e quindi non siete tenuti ad inserirla su Facebook. Però, anche in questa circostanza, i guadagni che ottenete grazie alle vendite sul social network o le spese che effettuate per le inserzioni pubblicitarie vanno dichiarati nel modello Unico (730) per non rischiare sanzioni.