Nota di credito: una spiegazione con esempio
La procedura per emettere una nota di credito fa risparmiare tempo sia ai prestatori di servizi che ai destinatari dei servizi, motivo per cui si tratta di una forma di pagamento molto diffusa. Ma come funziona concretamente? Inoltre, chi la emette deve anche inserirla nel bilancio.
Come si emette una nota di credito?
L’emissione di una nota di credito serve a correggere o annullare una fattura già emessa, rimborsare un importo al cliente o rettificare errori contabili. Per emetterla correttamente, bisogna seguire alcuni passaggi:
- Creare la nota di credito: la nota di credito deve contenere gli stessi dati della fattura originale, indicando però chiaramente la diversa natura del documento. Si deve fare esplicito riferimento alla fattura da correggere (numero e data).
- Inviare la nota di credito: la nota di credito deve essere inviata al cliente e, in caso di fattura elettronica, trasmessa tramite il Sistema di Interscambio (SDI).
- Registrare la nota di credito: una volta emessa, va registrata correttamente nella contabilità. Se sei il venditore, la nota di credito riduce il reddito imponibile e l’IVA da versare, quindi devi registrarla nel registro delle fatture emesse.
Con il termine nota di credito si intende una nota di variazione che serve ad agenzie o imprese anche per correggere o annullare la fattura a causa di errori di calcolo e/o di compilazione. Nel nostro articolo al riguardo scopri come stornare una fattura nel dettaglio.
Nota di credito: un esempio di registrazione
Supponiamo che lavori come grafico per un’agenzia. In accordo con l’agenzia, hai stabilito la procedura per la nota di credito. Nel primo trimestre il tuo onorario è di 5.000 euro più il 22% di IVA (1.100 euro). Per te, la registrazione della nota di credito si presenta in questo modo:
Nota di credito | Importo da contabilizzare |
---|---|
Banca: 6.100 euro | Importo netto: 5.000 euro |
IVA al 22%: 1.100 euro |
Una spiegazione a parte merita il caso in cui la nota di credito sia emessa per sola IVA: questo è il caso in cui, ad esempio, l’azienda fornitrice fattura con IVA al 22% prodotti che, invece, vanno fatturati al 10% o, ancora, fattura dei prodotti con IVA al 22%, nonostante questi fossero in totale esenzione tasse. In questo caso si deve emettere una nota di credito entro la fine dell’anno solare corrente.
Come si può notare, emettere una nota di credito non è più complicato che emettere o registrare una normale fattura. Questo documento è regolato dall’art. 26 del DPR n. 633/72 e non può essere emesso a discrezione del contribuente, bensì deve sottostare ad alcune regole, altrimenti rischia di non essere valido. In linea di massima, tutte le note di credito devono essere emesse entro un anno dall’emissione della fattura che si intende modificare.
Tuttavia, la legge prevede alcuni casi in cui tale limite di tempo può essere superato, ad esempio in caso di mancato pagamento a seguito di procedure con esito negativo, se sono presenti sconti previsti nel contratto originale e in tutte quelle situazioni in cui è possibile rescindere da un contratto preesistente.
Ti preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.