Fino al 2003, i nomi di dominio potevano contenere solamente le lettere dell’alfabeto latino, numeri arabi da 0 a 9 e trattini (-) perché il Domain Name System (DNS), responsabile della conversione di URL in indirizzi IP, si basa sul set di caratteri standard ASCII (American Standard Code for Information Interchange). L’ASCII comprende quasi tutti i caratteri di una tastiera per la lingua inglese ed è poco rappresentativo per un progetto internazionale, come anche per Internet. Per risolvere questo inconveniente, è stato adottato come standard il sistema “Internationalizing Domain Names in Applications”(IDNA), che definisce una conversione standard da Unicode a ASCII e permette così l’uso nei domini di ogni simbolo presente in tutti gli alfabeti conosciuti.
I domini internazionalizzati, talvolta abbreviati in IDN o NDI, sono considerati una delle più grandi rivoluzioni nella storia di Internet. I primi ad approfittare di questi nomi di dominio sono gli utenti che usano un alfabeto asiatico, arabo o africano e vorrebbero creare offerte online nella loro lingua. Ma la novità dei domini internazionalizzati è stata accolta con piacere anche in paesi come la Germania, per via delle dieresi (caratteri come ü, ö e ä), e in Francia, data l’importanza degli accenti. A partire dal luglio 2012, anche in Italia è diventato possibile registrare nomi di dominio internazionalizzati. I caratteri speciali ammessi in un dominio .it sono i seguenti:
à, â, ä, è, é, ê, ë, ì, î, ï, ò, ô, ö, ù, û, ü, æ, œ, ç, ÿ, β
Nonostante l’uso di questi caratteri non sia molto comune nei domini .it e solo pochi provider offrano la possibilità di registrarli, è consentito. In generale vale che la scelta dei caratteri varia a seconda del Top Level Domain (TLD) scelto.