Chi desidera far parte del network di questa valuta, deve come prima cosa installare il già citato Bitcoin Core o una delle alternative comparse nel frattempo, come Bither, Armory o mSIGNA. Il client relativo funge da cosiddetto Bitcoin Wallet, ovvero una sorta di portafogli virtuale per la moneta online. Esso permette di ricevere e inviare bitcoin sincronizzandosi dunque con la rete peer-to-peer. Per questa sincronizzazione è necessario disporre di una larghezza di banda e di spazio di archiviazione sufficienti, poiché il client scarica dati per un totale di oltre 65 GB. Questi 65 GB corrispondono di fatto al sistema di contabilità comune e pubblico, che funziona da nucleo della rete Bitcoin e che viene definito come Blockchain, ovvero catena di blocchi.
In questa catena, la cui integrità e la sequenza cronologica vengono garantite tramite la crittografia, sono registrate tutte le contabilizzazioni confermate. Sulla base di queste informazioni il client calcola lo stato del conto Bitcoin. Il concetto di sicurezza del sistema open source non si contraddistingue solo per la codifica dei file di dati: ogni singola transazione passa per una protezione particolare sotto forma di una firma digitale. Questa viene prodotta in automatico da parte di colui che invia i bitcoin attraverso una catena di blocchi segreta, ovvero la chiave privata, a cui ci si riferisce anche come Seed.
Ogni utente ha una propria chiave privata, che si trova all’interno del Wallet. Da un lato la firma digitale fornisce alla transazione effettuata la prova che essa appartiene al rispettivo indirizzo Bitcoin; dall’altro assicura che la transazione possa essere modificata da altri utenti successivamente all’invio.
Per fare in modo che una transazione sia confermata e che venga diffusa tra gli utenti, è necessario l’utilizzo di un processo specifico che porta il nome di Mining. Con questo procedimento di elaborazione, le transazioni vengono prima firmate, inserite in un blocco, e infine integrate nella catena di blocchi. Questo avviene grazie ai software e hardware specifici per il Mining, i quali utilizzano delle funzioni crittografiche di hash (SHA256) e che, almeno in principio, devono essere utilizzati da ogni partecipante. Come contropartita per il Mining, il consumatore riceve dei bitcoin, ma in realtà tutto ciò suona ben più lucrativo di quanto non sia in realtà.
Infatti i costi dell’hardware e della gestione sono fortemente influenzati da quello che è il reale guadagno derivante dall’attività di Mining, che non può tra l’altro prescindere dall’enorme concorrenza presente. Ulteriori informazioni riguardo a questa tematica di interesse e che sta alla base della rete Bitcoin, sono offerte da questa guida su weusecoins.com.