Fino all’invenzione della tecnologia blockchain le transazioni su Internet facevano affidamento sulla serietà dell’intermediario. Se un cliente vuole comprare la merce di un venditore online, entrambe le parti devono appoggiarsi a un intermediario centrale, come ad esempio un servizio di pagamenti online o una banca che porti correttamente a termine la transazione desiderata.
Una simile struttura diventa problematica quando l’intermediario acquisisce una posizione di potere, cura i propri interessi e tenta di amministrare la transazione in maniera corrispondente. Una situazione simile si è verificata nel 2010, quando PayPal bloccò il conto della piattaforma WikiLeaks.
Per impostare Internet in maniera democratica, la comunità crittografica lavora già da anni alle applicazioni di rete secondo il principio Peer-to-Peer (P2P), che rende possibili le transazioni senza un’istanza intermediaria. A destare clamore ci ha pensato anche il protocollo di file sharing BitTorrent, che funziona senza un server centrale e che permette uno scambio di dati a livello globale tra utenti anonimi.
La comprensibile mancanza di fiducia tra utenti anonimi rappresenta però un ostacolo per uno scambio di valori su Internet. Come proposta finalizzata alla risoluzione di questo problema, lo scienziato informatico ed ex professore di diritto Nick Szabo, già nel 1997, ha proposto la tecnologia blockchain. Dal suo punto di vista, i contratti fanno affidamento sia sulla fiducia reciproca delle due parti di un negozio sia sul bilaterale riconoscimento di un quadro giuridico all’interno del quale avviene lo stesso.
Tuttavia si verificherebbero problemi nel caso in cui ci siano interpretazioni discordanti sui paragrafi o quando una parte incolpi l’altra di violazione del contratto. Secondo Szabo, i contratti del futuro dovrebbero basarsi su software. Questi “smart contract” potrebbero stabilire grazie a un algoritmo se entrambe le parti rispettano i propri obblighi contrattuali o se ha avuto luogo un’irregolarità.
Questo approccio è stato poi assimilato da un hacker sconosciuto, chiamato Satoshi Nakamoto, il quale ha combinato le tecnologie già di sicura affidabilità come P2P, Hashing e crittografia, presentando un processo di crittografia che permette di incatenare uno all’altro i record di dati in maniera irreversibile e infalsificabile. Anche la prima applicazione della tecnologia blockchain, la valuta Peer-to-Peer Bitcoin, è da ricondurre a lui. Alla criptovaluta sono seguite ulteriori applicazioni come Ehtereum, Ripple, TradeBlock e Dash.