Il principio cardine è chiaro: nel marketing virale sono gli utenti a condividere i contenuti. Ad ogni modo non tutti i contenuti nascondono il potenziale per una diffusione virale naturale. Molti fattori giocano un ruolo nella creazione di un effetto virale:
Originalità: l’obbiettivo è quello di creare contenuti che gli altri vogliono assolutamente condividere, poiché sono nuovi, innovativi e soprattutto originali. Ciò che è trito e ritrito ha raramente un carattere virale, concetti e forme di presentazione originali invece sì.
Emozioni: le campagne virali fanno spesso appello alle emozioni, portando gli utenti a ridere o a piangere. Se qualcosa ci ha toccato profondamente, lo vogliamo far girare, le emozioni sono il principale motivo di condivisione con gli altri.
Valore aggiunto: i contenuti virali non devono sempre essere divertenti o curiosi, possono anche semplicemente aiutare nel caso in cui si abbiano problemi, possono offrire soluzioni e rispondere a domande. È importante offrire all’utente un valore aggiunto, che lui stesso ritiene rilevante per i suoi amici. Inoltre i marketer devono riconoscere ed utilizzare i nuovi trend tempestivamente.
Identificazione: se ci si riconosce in un tema, è più probabile che si commenti a riguardo. Perciò spesso hanno dei tratti virali quegli argomenti di cui le masse parlano. Una possibilità è quella di prendere spunto dai temi di tutti i giorni, che tutti conoscono e dei quali tutti hanno già un’opinione a riguardo. Ma attenzione perché non tutti i temi sono adatti, e quindi è meglio rimanere su tematiche innocue. Se si avvia una discussione sulla politica o sulla religione, è facile che la situazione rischi di degenerare.
Effetto a sorpresa: i contenuti che sono diventati davvero virali, tendono a polarizzare. Sono spesso sconcertanti, controversi e inaspettati. Bisogna generare tensione e sfruttare a proprio vantaggio l’effetto a sorpresa.
Autenticità: i messaggi pubblicitari grossolani hanno raramente del potenziale virale e gli manca l’autenticità. Per evitare ciò molti inseriscono un logo da qualche parte nei propri contenuti di marketing. Così facendo, l’associazione con l’azienda avviene inconsciamente, e le persone faranno fatica a dimenticarsene.