Naturalmente quando pubblicate il vostro ebook non dovete tralasciare gli aspetti legali. Una delle prime questioni a cui dovete fare attenzione è rispettare sempre il diritto d’autore (il copyright). Se si vogliono usare dei contenuti prodotti da terze parti, non importa se articoli, immagini, video o foto, è sempre necessario il consenso. Anche nel caso in cui vogliate inserire un contenuto trovato su Internet e sull’uso del quale non sono date precise indicazioni, dovete sempre presuppore che sia protetto perché la legge italiana prevede che l’autore di un’opera ne sia sempre il proprietario, anche in assenza di indicazioni. Per quanto riguarda le citazioni esiste nel nostro paese il Diritto di Corta Citazione, che permette di inserire piccoli estratti a patto che venga sempre inserita la fonte da cui è tratta la citazione (attribuzione) in modo tale che i lettori non abbiano dubbi sul fatto che il contenuto provenga da terze parti. A tutela dell’ebook intervengono anche i DRM (Digital Rights Management), la gestione dei diritti digitali, che permettono al titolare dei diritti d’autore di esercitare e amministrare i suoi diritti nell’ambiente digitale (ad esempio vietando o consentendo la copia o la riproduzione).
Dovete anche fare attenzione agli aspetti fiscali, visto che errori in questo senso non comportano solo sanzioni salate ma anche violazioni della legge. Nel caso in cui vi affidiate ad una delle numerose piattaforme di pubblicazione, non dovrete preoccuparvi perché vi guideranno nell’adempiere tutte le direttive in maniera corretta. Invece, nel caso in cui decidiate di pubblicare autonomamente sul vostro sito o negozio online, dovete fare attenzione. Se vendere ebook è il vostro lavoro, quindi è un’attività continuativa e abituale, dovete per forza di cose aprire una partita IVA. Al contrario, se pubblicare ebook è un’attività occasionale e che non comporta guadagni annuali superiori a 5000€, non è necessario aprire una partita IVA. Il tema è molto complesso e varia spesso da situazione a situazione perché le direttive italiane tengono conto di molti fattori esterni, per questo si consiglia sempre la consulenza di un esperto.