Il fascino dell’intelligenza artificiale: di cosa si tratta in realtà?

Già oggi esistono computer che con le loro capacità di calcolo riescono a superare i limiti dell’immaginazione, ma il cervello umano, con la sua struttura unica, continua a rimanere loro superiore in molti settori. Ma rimarrà a lungo così? Questo quesito va a toccare il campo di ricerca dell’intelligenza artificiale, conosciuta anche con l’acronimo IA e con quello inglese AI, ovvero “artificial intelligence”. Nella ricerca sull’IA si cerca di ricreare tecnologicamente un cervello umano, comprensivo delle sue funzioni, con l’aiuto di mezzi come l’informatica, la neurologia, la psicologia e la linguistica.

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Cos’è l’intelligenza artificiale o IA?

L’intelligenza artificiale è per definizione un settore dell’informatica che ha come obiettivo quello di realizzare un equivalente tecnologico dell’intelligenza umana. Tuttavia, ci sono molte teorie e molti approcci che discutono cosa renda un’intelligenza tale e in che modo la si possa ricreare con la tecnologia. Per via del significato così complesso del concetto di “intelligenza”, è molto difficile definire con più precisione l’intelligenza artificiale.

Esistono differenze anche rispetto al “rapporto di somiglianza” con l’essere umano: la macchina deve essere strutturata esattamente come un cervello umano? Questo approccio simulativo ambisce a una riproduzione esatta delle funzioni intellettive. Oppure la macchina deve solamente apparire come un essere umano, quindi assomigliarci esclusivamente nel risultato finale? Questo approccio fenomenologico si occupa esclusivamente di ciò che gli esseri umani percepiscono dell’intelligenza artificiale, a prescindere dal processo tecnico che l’ha generata.

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Al giorno d’oggi, l’intelligenza artificiale viene sviluppata soprattutto per le sfere di competenza tecniche. In questo senso, non è importante che l’IA padroneggi la comunicazione umana, ma piuttosto che svolga in maniera efficiente compiti altamente specializzati. Per queste tecnologie si utilizza il test di Turing ristretto: se relativamente a un ambito specifico un sistema tecnico dispone delle stesse capacità di un essere umano, come ad esempio per quanto riguarda una diagnosi medica o una partita a scacchi, allora si parla di un sistema artificialmente intelligente. Di conseguenza, esistono rispettivamente due definizioni di intelligenza artificiale: una “forte” e una “debole”.

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Intelligenza artificiale forte: la visione

La definizione “forte” di IA si riferisce a un tipo di intelligenza in grado di soppiantare l’essere umano nella sua interezza, incluse tutte le sue molteplici abilità; questo approccio universale dell’essere umano come macchina esiste dall’Illuminismo, ma è ancora fantascienza. Ci sono diverse dimensioni di intelligenza che appartengono all’IA forte: l’intelligenza cognitiva, quella sensomotoria, quella emozionale e, infine, quella sociale. Gli utilizzi attuali più frequenti dell’intelligenza artificiale riguardano l’ambito dell’intelligenza cognitiva, quindi la logica, la pianificazione, la soluzione dei problemi, l’autonomia e la prospettiva individuale.

Intelligenza artificiale debole: la realtà

Le definizione “debole” di IA si riferisce invece all’evoluzione e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campi di applicazione ben specifici. Qui entra in gioco la ricerca moderna sull’IA. Quasi tutti gli ambiti attuali di utilizzo dei robot appartengono al settore dell’IA “debole”, seppur oltremodo specializzata; si tratta ad esempio dello sviluppo di automobili a guida autonoma, di diagnostica medica o di algoritmi di ricerca e automazione intelligenti. Nell’ambito dell’IA debole, negli ultimi anni la ricerca ha ottenuto risultati clamorosi. Rispetto alla ricerca su un’intelligenza suprema, l’evoluzione di sistemi intelligenti nei singoli settori si è dimostrata non solo come decisamente praticabile, ma anche priva di difficoltà da un punto di vista etico. I campi di applicazione dell’intelligenza debole sono incredibilmente vari, ma per ora si può affermare con certezza che i settori che vivono il maggior successo in questi termini sono la medicina, la finanza, l’industria dei trasporti, il marketing e naturalmente anche internet.

Come funziona l’intelligenza artificiale?

Dunque, come possiamo descrivere il funzionamento dell’intelligenza artificiale? Un’IA è da considerarsi efficace se lo è la sua rappresentazione della conoscenza tecnologica. A questo proposito esistono due approcci metodologici: quello simbolico e quello neurale.

  1. Nell’approccio simbolico l’informazione richiesta viene rappresentata tramite simboli; in questo caso l’IA opera per mezzo della cosiddetta manipolazione dei simboli. L’intelligenza artificiale simbolica esegue l’elaborazione di informazioni “dall’alto” e opera usando simboli, connessioni astratte e chiavi logiche.
  2. Nell’approccio neurale la conoscenza da recuperare viene rappresentata tramite i neuroni e le loro connessioni. L’intelligenza artificiale neurale affronta l’elaborazione di informazioni “dal basso” e simula singoli neuroni artificiali, i quali si organizzano in gruppi più grandi che insieme vanno a costituire una rete neurale.

Intelligenza artificiale simbolica

L’intelligenza artificiale simbolica è ritenuta l’approccio classico dell’intelligenza artificiale. Questo approccio, detto anche “approccio top-down”, si basa sull’idea che il pensiero umano sia ricostruibile a partire da un piano logico e concettuale, a prescindere dai valori concreti dell’esperienza. Di conseguenza, il sapere viene rappresentato con simboli astratti, ai quali appartengono anche il linguaggio scritto e quello fonetico. I robot imparano a riconoscere, comprendere e utilizzare questi simboli sulla base di algoritmi. Il sistema intelligente estrae le sue informazioni da cosiddetti sistemi esperti.

Gli usi classici dell’IA simbolica sono l’elaborazione di testi e il riconoscimento linguistico, ma anche altre discipline logiche come il gioco degli scacchi. L’IA simbolica funziona secondo regole fisse ed è in grado di risolvere problemi sempre più complessi con l’aumentare della potenza di calcolo dei computer. Così Deep Blue della IBM vinse nel 1996 la partita di scacchi contro l’allora campione mondiale Garri Kasparow grazie all’aiuto dell’IA simbolica.

Intelligenza artificiale neurale

Il merito della rinascita della ricerca sull’IA neurale e con essa del campo di ricerca più ampio dell’intelligenza artificiale va dato a Geoffrey Hinton e a due suoi colleghi. Nel 1986 hanno gettato insieme le fondamenta del deep learning, sviluppando l’algoritmo di retropropagazione dell’errore, con il quale oggi lavora quasi ogni IA. Grazie a questo algoritmo di apprendimento le reti neurali profonde hanno la capacità di imparare sempre nuove informazioni e di intraprendere un percorso di crescita verso l’autonomia, vincendo sfide in cui l’IA classica fallisce.

Analogamente al cervello umano, l’intelligenza artificiale neurale segmenta la conoscenza in piccole unità funzionali, i neuroni artificiali, che si collegano in gruppi sempre più grandi (approccio bottom-up). Il risultato è una rete di neuroni artificiali multiforme e ramificata. A differenza dell’IA simbolica, la rete neurale viene “addestrata”, ad esempio in robotica, con dati sensomotori. L’IA genera la sua conoscenza in costante crescita partendo da queste esperienze. È qui che risiede la grande innovazione: sebbene l’addestramento richieda un tempo relativamente lungo, il sistema è in grado di apprendere autonomamente.

Intelligenza artificiale: esempi per applicazioni e progetti

Che si tratti di riconoscimento facciale, assistenza vocale o software di traduzione, l’intelligenza artificiale è entrata da tempo a far parte della nostra vita quotidiana. Anche se si evitano consapevolmente questi strumenti, è difficile sfuggire all’influenza dell’intelligenza artificiale nell’ambito digitale. Ad esempio, dietro ai suggerimenti di prodotti nei negozi online o ai consigliati per te su YouTube, Netflix e simili, ci sono sistemi di intelligenza artificiale che si occupano di fornire raccomandazioni sempre più precise.

Di seguito elenchiamo una serie di esempi di utilizzo dell’intelligenza artificiale:

  • ChatGPT: ChatGPT è un chatbot sviluppato da OpenAI. Il software comprende gli input testuali in linguaggio naturale, può rispondere a domande e creare, parafrasare e tradurre testi.
  • RankBrain: RankBrain è un algoritmo di intelligenza artificiale di Google, originariamente sviluppato per comprendere meglio le query di ricerca più lunghe e ancora sconosciute. Nel 2015, Google ha annunciato che RankBrain è il terzo fattore più importante su oltre 200 fattori di ranking nella ricerca di Google, insieme a link e contenuti. Questo algoritmo ha quindi una grande influenza sulla SEO.
  • DeepMind: DeepMind è un’azienda acquisita da Google nel 2014 che ha creato numerose tecnologie innovative di IA, come AlphaGo, il programma informatico che padroneggia alla perfezione il gioco da tavolo “Go”. Nell’aprile 2023, Google ha annunciato la fusione con la sua divisione IA interna Google Brain. Una delle particolarità della ricerca sull’IA di DeepMind è che l’azienda aggiunge la memoria a breve termine all’intelligenza artificiale.
  • Voice.ai: il programma Voice.ai ti dà la possibilità di parlare in tempo reale con un’altra voce, ad esempio quella di una star di Hollywood o di un’altra celebrità. È anche possibile effettuare registrazioni. Il software basato sull’intelligenza artificiale viene addestrato dai contributi degli utenti, che possono anche inserire le proprie registrazioni vocali per creare nuovi profili.
  • DALL-E: il sistema IA DALL-E crea in pochi secondi immagini 2D o 3D uniche e di grande effetto a partire da input scritti. La versione beta aperta del software di OpenAI è disponibile da settembre 2022. Secondo il team di sviluppatori e sviluppatrici, ogni giorno vengono create oltre due milioni di immagini con l’applicazione.

Opportunità e rischi dell’IA

Dal cieco ottimismo progressista fino allo schietto rifiuto della tecnologia: la tecnologia intelligente provoca reazioni molto varie e contrastanti. Ciò ha soprattutto a che vedere con l’ambivalenza delle previsioni per il futuro su come queste tecnologie cambieranno la nostra vita: le ipotesi sono infatti sia positive che negative. Di seguito abbiamo riassunto le principali opportunità e rischi o vantaggi e svantaggi dell’IA.

Vantaggi e opportunità dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale offre tutta una serie di vantaggi e di opportunità. I vantaggi più importanti della tecnologia riguardano il mondo del lavoro, l’elevata performance e le nuove prospettive economiche che si apriranno.

Nuovi posti di lavoro e alleggerimento delle mansioni

La nuova tecnologia potrebbe procurare nuovi posti di lavoro, preziosi perché in generale comporterebbero una crescita economica. Tutti gli esperti e le esperte sono d’accordo sul fatto che la tecnologia avrà effetti incisivi sul mercato del lavoro.

In particolare, chi promuove il reddito minimo garantito vede la tecnologia dell’intelligenza artificiale come una grandissima opportunità: il modello del lavoro tradizionale, retribuito a ore, potrebbe già presto risultare superato. Le semplificazioni garantite grazie all’IA offrono fondamentalmente l’opportunità di avere più tempo libero.

Comfort

I promotori e le promotrici dell’IA vedono vantaggi anche nel considerevole comfort che comporta ogni innovazione tecnologica per la vita quotidiana delle persone. Ciò si riferisce sia alle automobili a guida automatica che ai software di traduzione: tali sviluppi comportano un notevole alleggerimento nello svolgimento dei compiti per chi li utilizza.

Livelli di performance eccezionali

Anche per le mansioni di uso comune l’IA mostra vantaggi considerevoli. Le macchine hanno un tasso di errore più basso rispetto agli esseri umani e la loro capacità in termini di performance è enorme. In particolare, nel settore della sanità e della giustizia la poliedricità delle macchine intelligenti è ritenuta molto promettente. Sebbene gli esperti e le esperte non si aspettano che i giudici in futuro vengano sostituiti completamente dall’IA, questa può comunque venire in aiuto nel riconoscere più rapidamente gli schemi dei procedimenti, giungendo a conclusioni oggettive.

Vantaggi economici

Naturalmente, la tecnologia promette anche un grande guadagno commerciali ai settori coinvolti. Secondo il World Robotics Report 2022, il numero di robot industriali di nuova installazione in tutto il mondo ha raggiunto un nuovo massimo di 517.385 unità nel 2021.

Progetti futuristici

Non da ultimo, l’intelligenza artificiale risveglia lo stimolo naturale di scoprire dell’essere umano; per questo motivo si lavora al suo sviluppo per l’esplorazione di pozzi di petrolio e per la guida di robot destinati a operare su Marte. Si presume che con il progresso della tecnologia aumenteranno di pari passo anche i campi di applicazione.

Rischi e svantaggi dell’intelligenza artificiale

Tuttavia, anche esperti ed esperte di spicco come l’icona della Silicon Valley Elon Musk avvertono sui rischi che cela l’intelligenza artificiale, nonostante le loro attività nel settore. Queste voci critiche sono supportate da grandi iniziative: ad esempio l’organizzazione di ricerca e lobby Future of Life Institute (FLI) mobilita regolarmente critici rinomati per invitare ad avere un rapporto responsabile con la tecnologia.

Citazione

“Il progresso dell’intelligenza artificiale, e con essa non mi riferisco all’intelligenza artificiale semplice, è incredibilmente rapido. […] Fintanto che non si è direttamente esposti a gruppi come DeepMind, non si può quasi immaginare quanto velocemente si stia evolvendo. È approssimativamente esponenziale. […] Sussiste il rischio che nel giro di cinque anni possa accadere qualcosa di seriamente pericoloso.” Elon Musk, cofondatore di Tesla Motor e investitore nell’IA, tradotto in italiano da un’intervista del 2014.

Inferiorità dell’essere umano

Un ipotetico rischio che molti temono (e che è già stato frequentemente oggetto di storie fantascientifiche) è lo sviluppo di una cosiddetta “super intelligenza”: con questo termine si intende una tecnologia che si ottimizza autonomamente fino a diventare indipendente dall’umanità che l’ha creata. La relazione tra gli esseri umani e questa tecnologia dotata di un’intelligenza superiore potrebbe quindi diventare problematica; alla fine l’essere umano potrebbe addirittura essere sottomesso dalla tecnologia, o almeno questo è il timore degli scettici e delle scettiche. Ma l’ipotesi di un’IA deliberatamente malvagia viene pressoché esclusa dai ricercatori e dalle ricercatrici. Tuttavia, molti vedono un rischio reale in un’intelligenza artificiale così competente da rendere autonome le sue attività.

Dipendenza dalla tecnologia

Anche una crescente dipendenza dell’essere umano da sistemi tecnologici rientra tra gli scenari temuti. Ad esempio, nell’ambito delle forniture mediche, dove si sta già testando l’utilizzo di robot di assistenza, secondo le critiche l’essere umano sta diventando sempre più un oggetto sorvegliato da sistemi tecnologici. La persona corre infatti il rischio di dover rinunciare alla propria privacy e all’autodeterminazione. Questi scrupoli non vengono riservati solo al campo della medicina, ma sono rivolti anche alla videosorveglianza supportata dall’IA e agli algoritmi intelligenti in rete.

Privacy e diffusione del potere

Gli algoritmi intelligenti sono in grado di elaborare i dati in maniera sempre più efficiente: una buona notizia soprattutto per il commercio su internet. Ma secondo le critiche, lo sviluppo nell’elaborazione dei dati tramite tecnologie di intelligenza artificiale è sempre più difficile da comprendere e da sorvegliare per i consumatori e le consumatrici.

Bolla di filtraggio e percezione selettiva

L’attivista della rete Eli Pariser cita le cosiddette “bolle di filtraggio o di informazione” come un altro rischio dell’intelligenza artificiale. La preoccupazione è che, se gli algoritmi deviano i contenuti che propongono all’utenza, portando le persone a cambiare comportamenti tramite i cosiddetti “contenuti personalizzati”, allora la visione del mondo degli esseri umani è destinata a restringersi sempre di più. Le tecnologie di intelligenza artificiale potrebbero promuovere una percezione selettiva e quindi rafforzare una crescente “distanza ideologica tra gli individui”.

Influenza e formazione dell’opinione personale

Oltre a ciò, i pareri critici accusano le tecnologie IA di manovrare miratamente le opinioni pubbliche. Queste preoccupazioni sono sollevate da quelle tecnologie che conoscono l’utenza fin nel più piccolo dettaglio nonché dall’utilizzo di bot sociali che influenzano gli atteggiamenti pubblici. Stando alle critiche, con la crescita dell’intelligenza di queste tecnologie il rischio di un condizionamento dell’opinione pubblica diventa sempre più alto.

Conclusione: intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più interessanti dei prossimi anni e viene già utilizzata in un’ampia gamma di applicazioni. Naturalmente, l’IA (come tutte le nuove conquiste tecnologiche) cambierà la nostra vita quotidiana e professionale. Tuttavia, gli esseri umani come controparti o operatori dell’IA sono una componente essenziale che non andrà persa in futuro. Soprattutto attraverso l’automazione di compiti ricorrenti, dovremmo essere in grado di risparmiare molto tempo in futuro, che saremo poi in grado di investire in altre aree della vita.

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