La strutturazione e lo svolgimento del test di Turing sono molto basilari: il test consiste in un semplice alternarsi di domande e risposte fra un intervistatore umano e due interlocutori anonimi, nascosti alla vista dell’intervistatore. Le domande, che non sono prestabilite e possono spaziare su qualsiasi argomento, vengono inviate dall’intervistatore ai suoi interlocutori senza alcun tipo di contatto visivo o uditivo attraverso uno strumento di immissione dati, ad esempio una tastiera. Se al termine dell’esperimento l’intervistatore umano non è in grado di stabilire quale dei due interlocutori sia una macchina in base alle risposte fornite da entrambi, allora l’intelligenza della macchina può essere definita simile o pari a quella umana.
Fino a oggi (marzo 2022) non esistono macchine che abbiano ufficialmente superato il test di Turing. Ciononostante, questo esperimento è ancora oggi rilevante per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ad esempio nel contesto del deep learning, del reinforcement learning e del supervised learning oppure dell’unsupervised learning. In futuro, la comunicazione tra macchine basata sulle reti neurali svolgerà un ruolo sempre più importante, non solo sui social media e nel servizio clienti. Anche settori come medicina, diagnostica, scienze agrarie, sicurezza e controllo, marketing, trasporti e produzione saranno sempre più caratterizzati dalla comunicazione artificiale intelligente.