Il vantaggio principale dell’approccio cloud native risiede nella sua flessibilità. Poiché tutti i servizi vengono eseguiti indipendentemente dal loro ambiente e i contenitori di microservizi sono pure altamente portatili, agli sviluppatori è concessa una grande libertà. È possibile, per esempio, avviare o arrestare più istanze di un contenitore, vantaggio non da poco nelle fasi di test e sviluppo. Diversamente da quanto avviene in un’architettura monolitica, i cambiamenti nel codice dei singoli microservizi non influenzano l’intero software, minimizzando così il rischio conseguente al rilascio di nuovi software.
Un altro grande vantaggio è dato dalla scalabilità delle applicazioni stesse, in grado di far risparmiare alle aziende numerose risorse economiche altrimenti destinate all’aggiornamento dell’hardware, di pari passo con l’aumentare del numero di richieste per un determinato servizio. Il fatto che singoli servizi non siano legati a un hardware o a un sistema operativo specifico fa sì che non esistano vincoli con un singolo fornitore. Le applicazioni cloud native possono essere eseguite su qualsiasi piattaforma, quindi le aziende possono scegliere il fornitore che offre il giusto rapporto qualità-prezzo e soddisfa le loro esigenze.
Il fatto che con l’architettura cloud native gli aggiornamenti e le modifiche siano disponibili immediatamente consente alle aziende di reagire il più velocemente possibile alle diverse esigenze dei clienti e del mercato. L’elevato grado di automazione raggiunto dalle soluzioni di orchestrazione come, ad esempio, Kubernetes, ha l’ulteriore vantaggio di ridurre al minimo gli errori umani in fase di configurazione o di funzionamento. Dalla rapida disponibilità, dalla semplice scalabilità, dal risparmio sui costi e dall’affidabilità dell’architettura cloud native, le aziende traggono un vantaggio competitivo decisivo.