Non si può dire che esista una definizione esatta di metaverso. Esistono piuttosto innumerevoli discussioni su come potrà essere, ciò che non potrà essere, che cosa dovrebbe essere oppure che cosa lo caratterizza e da cosa sarà composto. Riguardo a ciò Matthew Ball, con il suo saggio sul metaverso del 2020 ha avviato accese discussioni e catalizzato enorme interesse sul metaverso pensato come una “rete espansiva
, formata da persistenti mondi tridimensionali e simulazioni in tempo reale, che offre un continuum d’identità, oggetti, storicità, valute e diritti e rende possibile la stessa esperienza simultanea e in modo sincronizzato e individuale a un numero illimitato di utenti.” (Fonte: www.matthewball.vc/all/forwardtothemetaverseprimer)
Seppure amministratori delegati di grandi aziende operanti nel settore della comunicazione in Internet, come Mark Zuckerberg (Facebook), Satya Nadella (Microsoft) e Jen-Hsun Huang (Nvidia), investano miliardi in questo progetto, il metaverso attualmente è solo una struttura concettuale. È possibile però definire alcune caratteristiche che si differenziano da Internet e tecnologie come la realtà aumentata, la realtà estesa e la realtà virtuale. Matthew Ball pone in evidenza il fatto che non si tratta soltanto di un’evoluzione di Internet, bensì di una forma completamente nuova di informatica. Gli spazi digitali nel metaverso non esistono parallelamente alla “realtà” ma rappresentano una fusione
tra il cyberspazio, la realtà virtuale e il mondo fisico. Mark Zuckerberg lo chiama “embodied internet” (Internet incorporato) in cui gli utenti non guardano soltanto su uno schermo, ma vi si trovano immersi. (Fonte: www.bbc.com/news/technology-57942909)