I motivi sono vari, primo tra tutti che Windows 7, diversamente da altre versioni dello stesso sistema operativo, è molto apprezzato dagli utenti. Mentre i predecessori (Windows Vista) e i successori (Windows 8.1) hanno provocato delusione all’interno della community, con Windows 7 gli utenti, soprattutto professionali, sono stati molto soddisfatti.
E proprio per questo gruppo di utenti il passaggio a Windows 10 risulta così difficile: per chi utilizza un determinato sistema operativo per tutti i computer della propria azienda, magari nell’ordine delle centinaia, un cambiamento di questo tipo risulta molto complesso. Non è da escludere che comporti anche la necessità di acquistare nuovi hardware, la sostituzione di alcuni programmi utilizzati per lo svolgimento delle attività aziendali e che sia necessario una mole non indifferente di lavoro per riconfigurare il tutto.
Ma è inutile starci a pensare. Con la fine del supporto di Windows 7 sarebbe da irresponsabili continuare a lavorare con una versione non sicura, soprattutto per le aziende. Così facendo si metterebbero a repentaglio non solamente i propri dati e processi ma, in determinate circostanze, anche quelli dei propri clienti, con il rischio di infrangere il Regolamento Generale sulla protezione dei dati. Il regolamento europeo obbliga infatti le aziende a proteggere adeguatamente i dati personali di clienti e utenti da possibili accessi non autorizzati di terzi.