Si può affermare quasi con certezza che negli ultimi anni Internet si sia affermata come la piattaforma pubblicitaria più importante. Ma con un sovraccarico di informazioni circa del 98,1 % il compito dei marketer di risvegliare la predisposizione dei clienti all’acquisto è diventato molto difficile. Il tempo medio di permanenza su una pagina web ammonta a meno di 40 secondi. In molti studi si parla persino di un valore medio che va solamente dagli 8 ai 12 secondi. Su Internet le misure pubblicitarie devono riuscire a raggiungere l’utente nel minor tempo possibile. Per questo le immagini si adattano abbastanza bene poiché possono essere elaborate dal cervello nel giro di poche frazioni di secondo. Più in generale vale la regola per cui più il messaggio pubblicitario è breve e stimolante, più alte sono le probabilità di successo.
Un’altra soluzione effettiva è offerta ad esempio dalla cosiddetta “strategia di involvement”, con cui si intende il coinvolgimento di temi attuali nella commercializzazione dei prodotti. Si crede che la commercializzazione di un prodotto all’interno di un tema principale definito per un target specifico e di grande interesse sociale debba creare mondi ricchi di nuove esperienze per il consumatore. Con il giusto target questa strategia può richiamare associazioni estremamente positive.
La TIM ad esempio è riuscita a sfruttare il grande amore italiano per il calcio cambiando il nome della prestigiosa Coppa Italia, la principale coppa calcistica italiana, che ora è stata rinominata “TIM Cup” per ragioni di sponsorizzazione. Con questo stratagemma si raggiunge facilmente la soglia di percezione dei consumatori interessati al gioco del pallone, visto che seguono regolarmente le partite in ogni caso. Attraverso questa connessione al popolare sport anche la stessa azienda viene messa in buona luce.
Tuttavia spesso la strategia di involvement non viene utilizzata per pubblicizzare miratamente un prodotto, bensì piuttosto per rafforzare l’immagine dell’azienda.