ownCloud vs Nextcloud: un confronto diretto tra i due strumenti di collaborazione cloud

Oggigiorno chi vuole avere pieno controllo sui propri dati personali o aziendali, composti da documenti, immagini, musica e video, ricorre sempre più spesso alle possibilità offerte da una soluzione di collaborazione cloud. Servizi come Microsoft 365 o Google Workspace si presentano come un’alternativa pratica e allettante alla memorizzazione e gestione locale sul proprio computer, tablet o smartphone, grazie alla costante raggiungibilità su Internet, indipendentemente dai dispositivi in uso. Specialmente nel caso di dati sensibili si pone sempre la domanda relativa alla sicurezza dei file salvati.

Chi volesse beneficiare dei vantaggi del cloud e mantenere il pieno controllo di tutti i dati, dovrebbe prendere in considerazione l’idea di gestire autonomamente un proprio servizio di archiviazione online. È possibile trovare il software necessario già nel settore open source: soprattutto l’applicazione ownCloud e il suo derivato Nextcloud si sono recentemente affermati come soluzioni particolarmente efficaci, motivo per cui i due servizi vengono illustrati meglio in questa guida.

Tutti i dati e le informazioni qui riportate sono aggiornati ad aprile 2021.

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ownCloud vs Nextcloud: un confronto tra i due cloud open source

Il 2 giugno 2016 Frank Karlitschek, fondatore di ownCloud, ha lasciato il progetto, ormai diventato poco profittevole, insieme alla maggior parte degli sviluppatori. Lo stesso anno il team appena formato ha rilasciato una propria soluzione cloud che prende il nome di Nextcloud, concentrata maggiormente sulla collaborazione. Per questo motivo, negli ultimi anni il software è stato continuamente ampliato e oggi la piattaforma contiene oltre 200 diverse applicazioni che consentono funzionalità come la comunicazione in tempo reale, la gestione delle attività, la modifica dei documenti o la gestione della posta elettronica direttamente nel proprio ambiente Nextcloud.

Oltre alla precaria situazione finanziaria, anche disaccordi in materia di licenze hanno avuto un ruolo decisivo nella separazione. Questo punto controverso emerge chiaramente nella differenza principale tra i due cloud open source: mentre gli utenti ownCloud possono utilizzare alcune funzioni solo nell’edizione Enterprise acquistata con una licenza commerciale, Nextcloud mette a disposizione tutti i suoi componenti con licenza libera AGPLv3.

Nei paragrafi successivi vi spieghiamo inoltre per quali aspetti si differenziano le due applicazioni cloud e quali sono le funzioni che le contraddistinguono in generale. Prima di tutto prendiamo in considerazione ownCloud e Nextcloud singolarmente, per poi sottolineare i relativi vantaggi e svantaggi in un confronto diretto.

Consiglio

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ownCloud

Il progetto ownCloud è stato avviato nel 2010 dal già nominato Frank Karlitschek con l’idea di offrire un’alternativa libera ai servizi cloud commerciali. Lo sviluppatore software, di origine tedesca, era in precedenza membro della comunità KDE, dedicata allo sviluppo di software liberi. Il cuore di ownCloud è l’applicazione server ownCloud X, installabile su qualsiasi server o spazio web. L’utilizzo della RAM e lo spazio su disco fisso necessari dipendono molto dall’utilizzo del server cloud. Perciò si dovrebbero scegliere le risorse sulla base di criteri come il numero di utenti, il numero e le dimensioni dei file salvati, oltre che dell’attività generale sul server.

Per quanto riguarda il software necessario i produttori raccomandano:

  ownCloud: requisiti di sistema
Sistema operativo Ubuntu 16.04 e 18.04, Debian 8/9, SUSE Linux Enterprise Server 12 (SP 4) e 15, Red Hat Enterprise Linux/CentOS 7.5 e 8 (solo a 64 bit)
Database MySQL 8+, MariaDB 10+, Oracle 11 e 12, PostgreSQL 9 e 10, SQLite (non adatto per la produzione!)
Web server Apache 2.4 (con modulo prefork MPM e mod_php)
Linguaggio di scripting PHP 7.1+

Dopo aver installato e configurato il server ownCloud, potete caricare i file ricorrendo al client per il desktop. In aggiunta ai client gratuiti per macOS, Windows e Linux, ci sono app per i dispositivi mobili Android e iOS che sono a disposizione per il download a una cifra irrisoria (se non gratuiti) su Google Play Store e nell’App Store di Apple. Grazie a queste applicazioni gli utenti di ownCloud creano una propria directory locale, che si può sincronizzare in ogni momento e da qualsiasi luogo con il server cloud (a patto che si disponga di una connessione a Internet). Inoltre, grazie alla funzione di file sharing i file possono essere condivisi con gli altri utenti (in caso protetti con password), di modo che questi vi possano accedere.

Consiglio

Se siete interessati a configurare ownCloud sul Raspberry Pi, seguite le istruzioni presenti sulla Digital Guide.

Per le aziende il team di ownCloud offre a scelta un supporto professionale a pagamento, con due diversi modelli di abbonamento (informazioni aggiornate ad aprile 2021): la sottoscrizione standard comprende il supporto e-mail nei giorni feriali e costa circa 3.000 euro (per 50 utenti) o 4.800 euro (per 100 utenti) all’anno. Questo modello di supporto è abbinato alla licenza standard libera AGPLv3, di modo che tutte le modifiche al cloud vengano condivise anche con la community.

Con la sottoscrizione Enterprise, che costa circa 7.200 euro (per 50 utenti) o 11.520 euro (per 100 utenti) all’anno ed è collegata con la licenza commerciale ownCloud, le aziende non solo ricevono supporto generale per telefono e per e-mail, ma hanno anche accesso a una serie di moduli esclusivi, disponibili solo nel pacchetto Enterprise. Inoltre, in questo pacchetto i client per iOS e Android sono gratuiti.

ownCloud offre agli utenti e agli amministratori diverse funzionalità aggiuntive che ottimizzano l’usabilità della piattaforma cloud. Di seguito un riepilogo:

  Funzioni di ownCloud
Registrazione delle attività La registrazione delle attività offre un riepilogo di tutte le operazioni compiute dagli utenti cloud. Se un file viene caricato, elaborato, eliminato o condiviso, viene registrato automaticamente in questo registro eventi.
Gestione dei gruppi e dei permessi Gli utenti possono creare gruppi per semplificare la condivisione di file per una determinata cerchia di utenti. Inoltre si può limitare selettivamente l’accesso ai contenuti condivisi (rimuovere, modificare, creare, condividere).
Upload sfruttando il chunking Il software di archiviazione online consente di dividere i file prima dell’upload in pacchetti più piccoli (“chunks”). Questa funzione risulta particolarmente interessante soprattutto nel caso di grandi file (ownCloud supporta anche file di dimensioni superiori ai 4 GB).
Collaborazione sui documenti Office Grazie alla suite Collabora Online per ownCloud (che richiede un’installazione separata, ad esempio tramite Docker) è possibile modificare documenti Office in team direttamente dal front end del servizio di archiviazione cloud. Così vengono supportati i formati di Microsoft Office e LibreOffice.
Controllo delle versioni e blocco dei file I file salvati si possono bloccare in ogni momento, per evitare complicazioni durante l’accesso. Inoltre ownCloud si occupa del controllo di versione dei file, di modo che possano essere ripristinate sempre delle versioni precedenti.
Impersonation Questa funzione, se opportunamente configurata, consente agli amministratori di effettuare il login come un qualsivoglia utente, per aiutarlo, ad esempio, nel caso di problemi tecnici.

Inoltre, ci sono funzioni che possono essere aggiunte tramite app dal marketplace di ownCloud.Gli utenti Enterprise hanno inoltre accesso a funzioni esclusive, come la ricerca a testo completo, per trovare file e cartelle in modo facile e veloce, e la gestione dei file automatizzata (gestione del workflow). Inoltre, nella versione Enterprise è possibile modificare il design dell’interfaccia cloud e integrare il proprio marchio.

Il pacchetto ownCloud viene completato da diverse funzioni di sicurezza. Anche in questo caso si riscontrano alcune differenze tra la variante classica gratuita e l’edizione Enterprise:

ownCloud: sicurezza e protezione Standard Enterprise
Crittografia lato server della memoria primaria (AES-256)
Autentificazione a due fattori
Autentificazione SAML/SSO no
Antivirus (ClamAV)
Verifica automatica dell’integrità dei file
Firewall no
Regole per password
Registrazione delle sessioni di login/logout e delle operazioni del file system no

Chi non è ancora sicuro di aver effettivamente bisogno delle funzioni dell’edizione Enterprise per il proprio cloud, può testarle gratuitamente per 30 giorni, semplicemente richiedendo la versione di test tramite il modulo contatti. Il link di download viene inviato poco dopo per e-mail.

ownCloud: vantaggi ownCloud: svantaggi
Client per il desktop e app per i dispositivi mobili per tutte le piattaforme comuni Aggiornamenti molto irregolari
Requisiti di sistema hardware e software minimi I progressi sulla sicurezza sono migliorabili (lentezza nella risoluzione dei bug e nella pubblicazione delle vulnerabilità)server
Ampliabile grazie alla struttura modulare (diverse app aggiuntive sono disponibili nel marketplace) Problemi di performance in caso di molti file di piccole dimensioni

Nextcloud

Quando nel 2016 Nextcloud è stato rilasciato per la prima volta come fork autonomo di ownCloud, si trattava essenzialmente di un’edizione open source della precedente versione di ownCloud, a cui si era semplicemente dato un nuovo design. Da allora Nextcloud, a cui si sono uniti oltre a Karlitschek anche altri ex sviluppatori del progetto ownCloud, ha portato avanti rapidamente anche una riprogettazione del software.

L’applicazione di base si chiama Nextcloud Server e può essere installata su quasi tutti i server e gli spazi web. Come su ownCloud X, i requisiti hardware dipendono dal traffico generale del server, dal numero degli utenti, oltre che dal numero e dalle dimensioni dei file memorizzati. Per garantire un utilizzo stabile del cloud, il team di sviluppatori consiglia almeno 512 MB di RAM. Anche per quanto riguarda i requisiti del software, Nextcloud non si differenzia molto dal suo predecessore:

  Nextcloud: requisiti di sistema
Sistema operativo Ubuntu 18.04, Debian 10, SUSE Linux Enterprise Server 15, Red Hat Enterprise Linux 8, CentOS 8, Open SUSE Leap 42.1+
Database MySQL 5.6+, MariaDB 10.1+, Oracle 11g, PostgreSQL 9.5+, SQLite (consigliato solo per test e istanze minimali)
Web server Apache 2.4 (mod_php, php-fpm), NGINX (con modulo PHP-FPM)
Linguaggio di scripting PHP 7.2+

Per l’upload dei file su un server Nextcloud già configurato sono disponibili client per il desktop per tutti i sistemi operativi comuni. Gli utenti Windows e macOS trovano i necessari file di installazione sul sito del programma open source, mentre per gli utenti Linux (openSUSE, Archlinux, Fedora, Ubuntu, Debian) dovrebbero già essere presenti nella gestione pacchetti della loro distribuzione. Per l’accesso dai dispositivi mobili sono a disposizione app gratuite per Android e iOS così come un’applicazione a pagamento per Windows Phone. I client consentono di sincronizzare una o più cartelle locali con il server. Grazie al file manager e al file sharing, tutti i documenti salvati possono essere facilmente controllati e condivisi con altri utenti server o tramite link pubblici.

N.B.

Nella parte superiore della visualizzazione file Nextcloud presenta sempre una selezione di file che state cercando!

Come citato, tutti i componenti Nextcloud funzionano senza eccezione con licenza libera GNU-AGPLv3, visto che una licenza commerciale non rientra nella filosofia degli sviluppatori. L’azienda prevede nel suo portfolio anche un supporto professionale a pagamento per utenti avanzati. È possibile scegliere tra tre diversi modelli e fasce di prezzo:

  1. Basic: il pacchetto Basic costa all’anno 3.600 euro (per 100 utenti) e comprende, oltre al supporto per e-mail (con risposta entro 72 ore) e l’accesso al Nextcloud Knowledge Portal, anche la garanzia di aggiornamenti di sicurezza per un anno.
  2. Standard: nell’abbonamento standard si ottiene il supporto di sviluppatori professionali, servizio di installazione, supporto telefonico negli orari ufficiali di apertura e un supporto triennale per gli aggiornamenti al costo di 6.500 euro (per 100 utenti) all’anno.
  3. Premium: chi opta per il piano premium, paga ogni anno 4.900 euro (per 50 utenti) o 9.550 euro (per 100 utenti) e riceve in compenso la garanzia di un piano di aggiornamenti decennali, supporto telefonico e per e-mail 24/7 (opzionale) e, se necessario, un aiuto per scalare l’archivio cloud.
N.B.

In tutti e tre i pacchetti di Nextcloud sono disponibili ulteriori fasce di prezzo per coprire fino a 10 milioni di utenti.

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Anche Nextcloud non si limita semplicemente all’upload e al download dei file, ma ha diverse funzionalità che offrono maggiori possibilità sia agli utenti semplici sia agli amministratori e semplificano la memorizzazione dei dati:

  Nextcloud: funzioni
Gestione del workflow Le funzioni del workflow così come un controllo di accesso ai file o una loro rilevazione automatica aiutano gli amministratori a mantenere tutto sotto controllo. Con meccanismi di regolazione facili da configurare si possono bloccare specifiche operazioni per un gruppo di utenti predefinito. Rientrano tra le funzioni anche le notifiche automatiche in chat (ad esempio per l’upload di file) e la conversione in PDF.
Monitoraggio del server Nextcloud fornisce un riepilogo delle attività utente e informa ad esempio sulle modifiche apportate o il download di file condivisi. Il modulo di monitoraggio dà inoltre informazioni sulla performance e la stabilità del proprio cloud.
Collaborazione sui documenti office A differenza di ownCloud, Nextcloud Hub ha già integrati di base strumenti per la gestione dei documenti in tempo reale, per consentire di modificare insieme documenti Office (LibreOffice/Microsoft Office). Si può installare anche facoltativamente Collabora Online.
Design modificabile (branding) Grazie all’app per i temi (Theming) si può modificare l’aspetto del proprio cloud. Senza costi aggiuntivi è possibile aggiungere il proprio logo, scegliere un’altra immagine di sfondo e cambiare il nome e lo slogan.
Comunicazione audio e video Oltre a funzioni di memorizzazione, Nextcloud offre anche la possibilità di comunicare con altri utenti cloud e persino con persone esterne. Le connessioni necessarie vengono instaurate tramite la tecnologia sicura WebRTC.
Ricerca a testo completo Combinata con il servizio di indicizzazione Apache Solr o Elasticsearch l’app Nextant può essere utilizzata per impostare una ricerca a testo completo in tutto l’archivio cloud. Solr rileva così file di testo, PDF, immagini, file audio e documenti Office (Microsoft Office e LibreOffice).
Collaborazione Gli spazi di lavoro danno agli utenti di Nextcloud la possibilità di riempire cartelle con note, elenchi di cose da fare e altro, oltre che, ad esempio, di contrassegnare un lavoro come terminato. Queste informazioni possono essere modificate da altri utenti in tempo reale. Inoltre, la dashboard fornisce anche informazioni sullo stato degli altri utenti: sono online o offline? Hanno aperto un file o risposto a un commento?
Gestione del tempo e dei contatti Nextcloud offre di serie diverse funzionalità per la gestione dei contatti e degli appuntamenti. Sono integrati anche un calendario, uno strumento di gestione dei contatti e un client di posta elettronica.

Grazie alla struttura modulare la piattaforma cloud è caratterizzata da un’eccezionale ampliabilità: tramite le app di Nextcloud si possono aggiungere le più diverse funzioni dalle sezioni “Integrazione”, “Multimedia”, “Documenti e testi” o “Autenticazione e autorizzazione”. Nextcloud elenca tutte le estensioni supportate ufficialmente nel proprio app store, dove gli utenti non trovano solo documentazioni e link di download per le oltre 200 estensioni al momento disponibili, ma anche una guida per sviluppatori che desiderano programmare i propri moduli.

Oltre alla grande disponibilità di funzioni aggiuntive, altrettanto importante è la sicurezza dei dati che vengono salvati tramite software nel cloud “privato”. Perciò Nextcloud dona agli amministratori dei potenti strumenti mirati a garantire la migliore protezione possibile:

  Nextcloud: sicurezza e protezione
Crittografia lato server della memoria primaria (AES-256) In aggiunta al trasferimento dati standard tramite SSL/TLS possono venire crittografate tutte le informazioni sul server.
Crittografia end-to-end A partire dalla versione 13 Nextcloud consente la memorizzazione e lo scambio di file/cartelle con la crittografia end-to-end. La codifica avviene già lato client, mentre il server non può leggere i dati in nessun momento.
Protezione da attacchi di forza bruta Per impostazione standard Nextcloud offre protezione dagli attacchi di forza bruta.
Content Security Policy 3.0 L’interfaccia web del cloud open source può essere protetta grazie alla Content Security Policy 3.0 (CSP). La funzione di sicurezza HTTP consente di definire regole lato server per l’accesso ai file.
Autenticazione a due fattori Tramite riga di comando gli amministratori possono attivare o disattivare l’autenticazione a due fattori.
Autenticazione SAML/SSO Nextcloud supporta anche il linguaggio di markup SAML e il Single Sign-on (autenticazione unica).
Regole per password Gli amministratori hanno la possibilità di creare linee guida per la creazione di password (login, condivisione file).

Per testare Nextcloud non è necessario scaricare e installare il software cloud: sul sito gli interessati possono generare una propria istanza demo dell’archivio online e provare per 60 minuti le funzioni descritte di seguito:

Nextcloud: vantaggi Nextcloud: svantaggi
Il design dell’interfaccia si può adattare sempre e facilmente alle proprie esigenze Nel settore delle PMI è consigliato solo con un fornitore di servizi di hosting esterno, in quanto l’assistenza ufficiale di Nextcloud è disponibile solo per 50 o più utenti e il forum della community non offre un supporto adeguato
Protezione da attacchi di forza bruta attivata di default e altre funzioni di sicurezza; programma lucrativo per i bug che prevede una ricompensa fino a 10.000 $ per la scoperta di vulnerabilità Non tutte le applicazioni aggiuntive disponibili presentano la stessa qualità elevata della soluzione cloud; pertanto, il potenziale di errori e attacchi aumenta leggermente con la loro integrazione (che è sempre opzionale)o
Offre oltre al file sharing diverse altre funzioni di collaborazione come elementi multimediali audio e video Problemi di performance in caso di molti file di piccole dimensioni

Le differenze più importanti tra ownCloud e Nextcloud

Per molti versi, si desume chiaramente che Nextcloud non è un software completamente nuovo, ma è stato progettato per essere molto più ambizioso di ownCloud in termini di collaborazione. Dal suo rilascio nel 2016, il precedente fork si è evoluto da una semplice soluzione di sincronizzazione e condivisione dei file fino a diventare un’alternativa premium alle suite cloud come Microsoft 365. Attualmente, le differenze riguardanti la memorizzazione dei file e il file sharing sono minime.

Invece, si scorgono importanti differenze prendendo in considerazione le funzionalità aggiuntive e relative alla sicurezza: da una parte la politica sulla licenza di ownCloud comporta che delle precise componenti, come la ricerca a testo completo, la gestione del workflow o il branding, siano disponibili solo per i clienti Enterprise. Gli utenti Nextcloud non hanno questo tipo di limitazioni, visto che il supporto e il servizio di aggiornamenti si pagano a parte.

Con caratteristiche come la gestione integrata dei documenti in tempo reale e la telefonia audio e video, Nextcloud ha rapidamente superato il suo predecessore in termini di funzionalità e sicurezza: la protezione dagli attacchi di forza bruta impostata automaticamente, l’autenticazione a due fattori di facile configurazione e la crittografia dei file lato server sono solo alcune delle funzioni di sicurezza di Nextcloud da menzionare.

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Le soluzioni Nextcloud di IONOS

In qualità di partner di Nextcloud, anche il software di collaborazione cloud gioca un ruolo importante per IONOS: grazie all’app Nextcloud, i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese hanno a disposizione una soluzione adatta per installare l’applicazione direttamente sul server noleggiato e utilizzarla per i propri scopi. Grazie a IONOS, gli utenti non solo beneficiano della struttura hardware e software appropriata (prerequisito è un pacchetto cloud server almeno XS) e di un’installazione e configurazione semplificata, ma hanno anche la garanzia di ricevere tutti gli aggiornamenti di sicurezza in maniera sempre puntuale e repentina.

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