Reverse domain hijacking: definizione e misure di sicurezza
Nell’economia digitale, i nomi di dominio sono fondamentali in quanto fungono non soltanto da indirizzi virtuali, ma servono anche all’identificazione di un marchio. Spesso i legittimi titolari dei marchi devono difendersi dal cybersquatting, ma vi sono anche casi in cui aziende o singole persone tentano di appropriarsi illecitamente dei domini altrui sfruttando mezzi legali. Questa pratica è nota come reverse domain hijacking (RDH).
Che cos’è il reverse domain hijacking?
Il reverse domain hijacking, noto anche come reverse cybersquatting, indica il **tentativo da parte del proprietario o della proprietaria di un marchio di prendere illecitamente il possesso del dominio di una terza parte, accusandola falsamente di cybersquatting. In questo modo, il processo di risoluzione delle controversie viene sfruttato in modo improprio per costringere i legittimi proprietari a cedere i propri domini.
Mentre il cybersquatting consiste nel registrare intenzionalmente domini contenenti marchi protetti per trarre profitto dalla loro popolarità, il reverse domain hijacking funziona in modo opposto: in questo caso, i titolari dei marchi tentano di ottenere il dominio o i domini dai legittimi proprietari avanzando richieste ingiustificate.
Il reverse domain hijacking non è l’unica minaccia presente sul web: la tecnica di attacco nota come DNS hijacking mira a manipolare il Domain Name System al fine di reindirizzare gli utenti verso siti web falsi. Anche l’URL hijacking punta a dirottare il traffico verso siti diversi da quelli ufficiali: in questo caso si sfruttano errori ortografici negli URL per trarre in inganno gli utenti.
Esempio di reverse domain hijacking
Un noto caso di reverse domain hijacking ha coinvolto il dominio integrity.com, registrato nel 1996 da un investitore privato di domini. Per anni il dominio è rimasto di sua proprietà senza alcuna controversia.
Solo molti anni dopo, nel 2023, una società ha registrato un marchio di nome “INTEGRITY” e successivamente ha tentato di ottenere il dominio attraverso un procedimento arbitrale sulla base della Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy (UDRP). L’argomentazione alla base dell’azione verteva sull’ipotesi che l’attuale proprietario avesse registrato il dominio in malafede per trarre profitto dal marchio o rivenderlo a prezzo elevato.
Il proprietario del dominio, a sua volta, ha confutato questa affermazione, provando di aver registrato il dominio ben prima della registrazione del marchio e di aver utilizzato il dominio stesso per legittimi scopi commerciali. Il tribunale arbitrale ha esaminato il caso e ha deliberato che l’impresa non avesse alcun diritto legittimo sul dominio e che avesse invece tentato di abusare della procedura per appropriarsi illecitamente dell’indirizzo web.
La corte ha chiarito quindi come si trattasse di un caso di reverse domain hijacking, ossia di un tentativo illegittimo di impossessarsi, tramite inganno o manipolazione legale, di un dominio legalmente registrato. Il reclamo è stato quindi respinto e al proprietario originario è stato consentito di conservare il suo dominio.
Tali casi mostrano come anche le aziende con marchi registrati in un secondo momento possano tentare di abusare della procedura UDRP per i propri interessi. Questo esempio, inoltre, chiarisce quanto sia importante che i titolari di domini conoscano i propri diritti e si difendano da rivendicazioni illecite.
Aumento dei casi di reverse domain hijacking
Negli ultimi anni si è rilevato un aumento delle controversie sui domini. Il numero di casi ha raggiunto un livello record nel primo trimestre del 2023. Questa tendenza indica anche una crescita dei casi di reverse domain hijacking, poiché sono sempre di più le aziende che cercano di assicurarsi i domini più ambiti.
Uno dei motivi dell’aumento dei casi di RDH è la crescente importanza della presenza online per le imprese. I domini non sono soltanto semplici indirizzi su internet, ma anche importanti strumenti di identificazione del marchio. Questa crescente importanza fa sì che le aziende cerchino sempre più spesso di accaparrarsi i domini più ambiti, anche se sono già stati registrati legalmente da terze parti.
Un ulteriore fattore in gioco è la crescente notorietà e il relativo utilizzo della procedura di Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy. Questa procedura sviluppata dall’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN) permette ai titolari dei marchi di risolvere le controversie sui domini in modo efficiente e conveniente. In alcuni casi, tuttavia, è utilizzata impropriamente per ottenere domini sui quali non si ha alcuna rivendicazione legittima.
Come difendersi dal reverse domain hijacking
Per proteggersi efficacemente dal reverse domain hijacking è importante premunirsi e familiarizzare con gli aspetti legali della registrazione di un dominio. Il primo passo consiste nel documentare attentamente il dominio e assicurarsi che tutte le informazioni in merito alla registrazione e all’utilizzo del dominio siano registrate correttamente. Questo aspetto può rivelarsi fondamentale per difendersi da rivendicazioni ingiustificate, soprattutto quando si tratta di dimostrare la legittimità della registrazione.
Un altro meccanismo di protezione è una ricerca approfondita sul marchio prima di registrare un dominio. Scegliendo un dominio con un nome o un termine che potrebbe essere in conflitto con un marchio registrato, potresti trovarti in una posizione problematica in caso di controversie legali. Le richieste di registrazione dei marchi da parte di altri interessati, in un secondo tempo, potrebbero complicare la situazione, anche se al momento il dominio è ancora libero.
Infine, in caso di dubbi, potrebbe essere utile consultare un avvocato specializzato nella normativa sui domini. Un legale può offrirti assistenza nella registrazione del dominio e in merito ai diritti sui marchi, ma saprà anche tutelarti nel modo migliore da rivendicazioni ingiustificate. Un avvocato esperto, inoltre, può esserti utile per preparare al meglio la tua difesa nell’eventualità di un tentativo di reverse domain hijacking e ad avviare un’azione legale nel caso peggiore.
Che cosa fare se si viene colpiti da RDH?
Non sempre le misure di protezione risultano utili: può capitare che il proprietario o la proprietaria di un dominio debba risolvere una controversia legale a causa del dominio stesso.
Non appena ricevi un reclamo UDRP o un’altra richiesta legale riguardante il tuo dominio, innanzitutto ti consigliamo di esaminare attentamente il documento e mantenere assolutamente la calma. Identifica chi ha presentato il reclamo e quali sono le accuse. Esiste qualche giustificazione per la presunta “malafede” della registrazione? In molti casi di RDH, le accuse si basano su marchi registrati successivamente o su affermazioni poco chiare.
In una seconda fase, raccogli tutti i documenti e le prove che dimostrano la legittimità della tua registrazione e del tuo utilizzo del dominio. Questa documentazione comprende, ad esempio, la data di registrazione per dimostrare che il dominio esisteva prima del marchio, oppure contenuti o attività commerciali a dimostrazione del fatto che il dominio non è stato utilizzato in modo improprio.
Se il reclamo è stato presentato tramite l’UDRP, devi inviare una risposta entro il termine specificato. A tal fine è importante evidenziare l’uso illecito della procedura. Inoltre, devi dimostrare di non aver registrato o utilizzato il dominio in malafede.
Se il tentativo di reverse domain hijacking è particolarmente palese, potrebbe essere consigliabile intraprendere un’azione legale, ad esempio una richiesta di risarcimento danni. Inoltre, è possibile ipotizzare una controquerela per abuso del diritto: se il titolare del marchio ha fornito intenzionalmente informazioni false, lo si potrebbe considerare come comportamento fraudolento.
Ti preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

