Servizi di streaming: i Recommendation System di Netflix e Spotify
Netflix, il servizio di video streaming ha integrato nel 2016 per la prima volta un nuovo recommendation system nella propria piattaforma. L’algoritmo è stato sviluppato in modo che ad ogni utente Netflix venissero mostrati film e serie adatte al suo gusto personale. Gli algoritmi di personalizzazione di Netflix non tengono conto di alcun dato demografico come l’età o il sesso. A funzionare da indicatore sono unicamente i dati raccolti da Netflix stesso attraverso la propria piattaforma. Già al momento della registrazione del conto, all’utente viene chiesto di indicare quali sono i propri film e serie preferite.
Il sistema opera sempre rispondendo a una domanda centrale: che cos’ha già visto l’utente? E come ha valutato quello che ha appena visto? Comparando dunque tutti i clienti sulla base delle loro preferenze e valutazioni, la piattaforma fornirà perciò dei suggerimenti precisi.
Fino ad ora il servizio ha causato problemi quando lo si avviava in un nuovo paese, poiché non c’era alcuna base di dati sulla quale era possibile calcolare i suggerimenti. Il nuovo algoritmo è stato perciò sviluppato in modo da operare con gruppi di clienti andando oltre i confini nazionali. Tuttavia, ora come prima, il sistema tiene conto delle tendenze nazionali e regionali.
Anche Spotify, il servizio di streaming di musica, utilizza da tempo i suggerimenti personalizzati. Giornalmente il servizio mette insieme una lista di canzoni che potrebbe rispecchiare il gusto musicale dell’utente. È superfluo sottolineare che il cosiddetto “Daily Mix” viene messo assieme automaticamente grazie all’utilizzo di algoritmi.
I punti di riferimento sono in parte le playlist di altri utenti, autogenerate, e in parte il profilo delle preferenze precise, creato da Spotify per ogni utente. Il servizio tiene in considerazione delle definizioni di genere estremamente ristrette. Tutto ciò è supportato da un software proprio che analizza articoli e testi pubblicati su blog e riviste online con lo scopo di classificare il più precisamente possibile gli artisti.
Tra l’altro il sistema di raccomandazione riconosce le cosiddette variazioni di genere, che si distaccano dal profilo generale dell’utente e che magari sono state ascoltate in un particolare momento, come ad esempio conseguentemente ad un determinato stato d’animo. Tali canzoni non verranno prese in considerazione da Spotify al momento della creazione della playlist personalizzata.