Il fatto che ogni paese abbia il diritto di determinare le proprie linee guida per l’assegnazione del suo dominio, crea non poche differenze. Ad esempio, per registrare un TLD francese è necessario che il proprietario del dominio abbia residenza in Francia o che la sua azienda la abbia, mentre in Italia si può registrare un dominio .it se si risiede in uno stato dell’Unione Europea. Molti tra gli stati più piccoli o poveri hanno approfittato delle regole di assegnazione di dominio e adattato il loro ccTLD ai loro obiettivi:
- .to: il ccTLD dello stato insulare Tonga viene gestito dal 1997 dall’organo di registrazione Tonic. L’assegnazione avviene con un procedimento automatico e indipendente dalla residenza del richiedente. Poiché Tonic non permette alcun controllo whois, il gestore di un dominio .to resta completamente anonimo. Per questo l’estensione è particolarmente amata dai servizi di file hosting e da quelli che offrono video che non rispettano il diritto d’autore.
- .tv: il dominio di Tuvalu ha fruttato al piccolo stato più di 50 milioni di dollari, venendo venduto all’impresa DotTV in qualità di dominio commerciale per le televisioni. Con il denaro è stata finanziata un’infrastruttura IT e versata la tassa di iscrizione alle Nazioni Unite.
- .ag: il dominio di primo livello .ag è assegnato agli stati indipendenti di Antigua e Barbuda, ma viene anche usato dalle Private Limited Company (imprese simili alle nostre SPA, Società per Azioni) con sede nei paesi germanofoni.
- .me: il TLD nazionale del Montenegro è stato oggetto di una vera e propria valanga di registrazioni, dopo essere stato reso disponibile nell’agosto del 2008. Infatti, i domini .me, che si prestano ad essere combinati con altre parole per formare frasi come love.me, sono stati spesso registrati per essere poi messi all’asta. Un caso particolare è stata la vendita del dominio meet.me per 450.000 dollari nel 2011.
Inoltre ci sono più di 200 TLD esistenti che sono i TLD internazionalizzati, che contengono umlaut, segni diatrici o lettere dell’alfabeto non latino. Questi nomi di dominio internazionalizzati (internationalized domain name, abbreviato in IDN o NDI) sono stati resi disponibili dal 2010. Di fatto si possono usare quasi tutti i caratteri del codice Unicode, ma ogni ente di assegnazione decide autonomamente quali caratteri sono consentiti. Si può consultare la lista completa di Top Level Domain nazionali e la raccolta di TLD internazionalizzati aggiornata Wikipedia.