Garanzia legale: cosa c’è da sapere per clienti e commercianti

Se dopo l’acquisto determinate un difetto nell’articolo potete appellarvi alla garanzia legale come previsto dalla legge. Si tratta di una tutela del consumatore che garantisce all’acquirente la sostituzione o la riparazione dell’oggetto in questione. Nell’articolo scoprite cosa prevede esattamente la legge relativa alla garanzia, come applicarla e in quali casi invece questo diritto viene meno.

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Garanzia legale: definizione

Per definizione la garanzia legale è una tutela dei consumatori dall’acquisto di prodotti difettosi, che funzionano male o che non corrispondono all’uso dichiarato dal venditore. Se l’acquirente di un prodotto (o anche di un servizio) riscontra un difetto o una mancanza, allora il venditore o fornitore del servizio ha l’obbligo di porvi rimedio.

Nei paragrafi successivi, vi spieghiamo in quale modo questo dovere vada espletato da parte del commerciante che ha venduto la merce o prestato il servizio. In linea di massima la garanzia legale ha validità due anni dal momento dell’acquisto o dal ricevimento nel caso di ordini a distanza. Tuttavia, sono previste anche delle eccezioni.

Garanzia legale e garanzia commerciale a confronto

Spesso si parla di garanzia in maniera generica anche per concetti diversi, come la garanzia legale e la garanzia commerciale, anche detta garanzia convenzionale. Mentre, come suggerisce il nome stesso, la garanzia legale è stabilita per legge, la garanzia commerciale è una tutela aggiuntiva offerta volontariamente dal venditore o dal produttore. Questo significa che c’è una netta differenza tra la tutela offerta dall’una e dall’altra. Infatti, mentre la garanzia legale ha una durata e delle condizioni precise, per quella commerciale non vi è alcuna condizione minima o obbligatoria.

Per quanto riguarda la convivenza dei due tipi di garanzie, l’offerta di una garanzia convenzionale ulteriore non preclude o intacca in alcun modo la garanzia legale. Quest’ultima rimane sempre valida per l’intera durata dei due anni. I gestori di negozi online sono tenuti a comunicare le regole relative ai vari tipi di garanzia offerti nei termini e condizioni, che l’utente può solitamente trovare in fondo alla pagina web.

Entrambi i termini prevedono in ogni caso il reso della merce difettosa. Se, invece, i clienti vogliono rendere la merce o rinunciare a servizi acquistati online senza alcun motivo, anche questo è possibile grazie al diritto di recesso. Anche in questo caso si tratta di una disposizione di legge.

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Difetto di conformità e durata della garanzia

Spesso chi si trova un prodotto difettoso tra le mani non sa se ci sono gli estremi per avvalersi della garanzia prevista per legge. Come spiegato dal Ministero dello sviluppo economico, il venditore risponde per qualsiasi difetto di conformità presente al momento della consegna. Secondo quanto stabilito dall’articolo 1490 del Codice civile, il venditore ha la responsabilità di vendere prodotti immuni da vizi, se questi:

  1. Ne compromettono l’utilizzo
  2. Ne diminuiscano il valore in modo apprezzabile

A volte si pensa che se il difetto o la mancanza di una parte dell’oggetto acquistato non ne intacchino il funzionamento o l’utilizzo allora non sia possibile richiedere un risarcimento, una riparazione o una sostituzione. Invece non è così. Infatti, qualunque difformità rispetto all’oggetto così come presentato al momento dell’ordine è sufficiente per poter ricorrere alla garanzia legale, a patto che l’entità del difetto sia percepibile in termini economici.

Per quanto riguarda invece la durata, la garanzia legale ha validità 24 mesi più altri due dalla data nella quale si è scoperto il difetto, per un totale quindi di 26 mesi. I due messi aggiuntivi servono a far sì che anche qualora si scopra il difetto dell’oggetto a ridosso del termine dei 24 mesi, il consumatore abbia ancora tempo per poter far valere il suo diritto. Il periodo di decorrenza dei due anni inizia dalla consegna dell’oggetto e non dall’ordine.

Consiglio

Per potersi avvalere della garanzia legale è necessario disporre della prova di acquisto (ricevuta fiscale o scontrino). Data però la possibilità di avvalersi del diritto previsto dalla garanzia legale durante un periodo di due anni e considerando la tendenza degli scontrini a scolorirsi nel tempo, vi consigliamo di digitalizzarli o farne una fotocopia immediatamente dopo l’acquisto, così da non perdere il diritto previsto dal Codice civile.

Garanzia legale e prodotti di seconda mano

Vale la garanzia legale per i prodotti di seconda mano? La risposta è sì. Infatti, un commerciante che vende prodotti usati ha comunque il dovere di garantire la conformità del bene. Per ovvi motivi però, la garanzia legale non può avere la stessa durata di quella prevista per i prodotti nuovi. Infatti, la legge stabilisce che per i prodotti di seconda mano, venditore e consumatore abbiano la possibilità di trovare un accordo sulla durata della validità della garanzia, ma stabilisce anche che in nessun caso può essere inferiore a un anno.

A chi spetta l’onere della prova nel caso di un prodotto difettoso?

Il consumatore, oltre ad avere il dovere di dimostrare la validità della garanzia legale tramite la prova d’acquisto, condivide con il venditore anche il dovere di provare che il difetto della merce fosse già presente al momento dell’acquisto. In realtà a stabilire a chi spetti l’onere della prova è il tempo trascorso dall’acquisto (consegna) del bene in questione.

Durante i primi 6 mesi, infatti, sta al venditore poter dimostrare la piena conformità del bene al momento della vendita. Altrimenti, in questo arco di tempo si presume che il difetto fosse già presente nel prodotto. Se il venditore non è in grado di dimostrare l’integrità del bene al momento della vendita, e quindi il difetto sia imputabile all’uso da parte del consumatore, allora la garanzia legale stabilisce che si debba occupare di sostituire, riparare o rimborsare parzialmente l’acquirente.

Se, invece, sono passati più di 6 mesi dal ricevimento della merce, allora l’onere della prova passa al consumatore. In questo caso il consumatore è tenuto a dimostrare che il difetto fosse già presente in origine e che il suo manifestarsi non sia riconducibile a un uso errato.

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Sostituzione, riparazione o rimborso

Una volta stabilita l’effettiva presenza di difetti e accertata la responsabilità del rivenditore (che in alcuni casi può essere il produttore stesso), il venditore ha il dovere di risolvere il problema ricorrendo a una delle soluzioni previste per legge:

  • Sostituzione (rimedio primario)
  • Riparazione (rimedio primario)
  • Rimborso (rimedio secondario)

Il consumatore ha la possibilità di scegliere se avere l’oggetto sostituito o riparato, salvo nel caso in cui la soluzione scelta risulti impercorribile o eccessivamente onerosa. Allora il venditore ha la possibilità di ricorrere all’altra soluzione. Se invece nessuno dei due rimedi primari rappresenta una soluzione percorribile, allora il consumatore ha il diritto di ricevere una diminuzione del prezzo d’acquisto o direttamente un rimborso equivalente al difetto in relazione al valore del bene.

Qualora il venditore preferisca evitare un rimborso in denaro, la norma prevede la possibilità di offrire al consumatore qualsiasi tipo di rimedio, come possono essere buoni, prodotti, servizi, ecc. Questo serve, laddove possibile, ad agevolare nel miglior modo possibile la risoluzione amichevole della controversia. Tuttavia, il consumatore non è tenuto ad accettare l’alternativa offerta dal venditore se non la reputa adeguata.

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Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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